181 CONDIVISIONI

“Leaving Neverland”, il regista attacca i fan che difendono Michael Jackson: “I fatti non mentono”

Tutto quello che emerge dal documentario “Leaving Neverland” è stato attaccato dalle fanpage ufficiali dei fan club, dai forum e da tutti i sostenitori dell’artista nel mondo. Il regista Dan Reed, ospite nella trasmissione di Channel Seven “Morning Show”, ha rispedito al mittente tutte le accuse.
181 CONDIVISIONI
Immagine

Non si placa la polemica dopo la messa in onda nei principali paesi di "Leaving Neverland", il documentario HBO che rimette al centro le accuse di pedofilia contro Michael Jackson. A parlare, dopo il grande clamore e l'eco mediatico che ha spaccato in due l'opinione pubblica, questa volta è Dan Reed, il regista del docu-film che si focalizza sulle storie e le testimonianze private di James Safechuck e Wade Robson.

Lo sfogo del regista

Tutto quello che emerge dal documentario "Leaving Neverland" è stato attaccato dalle fanpage ufficiali dei fan club, dai forum e da tutti i sostenitori dell'artista nel mondo. Il regista Dan Reed, ospite nella trasmissione di Channel Seven "Morning Show", ha rispedito al mittente tutte le accuse.

I fatti non mentono, i pedofili lo fanno. Non ho mai approcciato a questo documentario in maniera ingenua. Ho ascoltato con attenzione giorni e giorni e giorni di interviste, dopodiché abbiamo lavorato per 18 mesi alla ricerca di corrispondenze, controllando tutto quello che ci è stato detto, tutti i possibili buchi delle versioni di Wade e James. Non abbiamo mai trovato nulla che ci abbia fornito dei dubbi sul loro conto, al contrario abbiamo trovato un sacco di prove a loro sostegno.

Dan Reed ha anche intervistato tutti gli investigatori della polizia e del departimento dello sceriffo che facevano parte delle indagini su Michael Jackson: "Nessuno di loro aveva alcun dubbio sulla colpevolezza di Michael" .

Le reazioni dei fan italiani

Ma il documentario di Dan Reed che rimette sotto ai riflettori nuove accuse di pedofilia su Michael Jackson, ha generato una reazione violenta e sbilanciata tra due eccessi opposti. In Italia, in onda in due puntate sul Nove, è stato il trionfo del manicheismo: gli spettatori si sono spaccati a metà e l'immagine di Michael Jackson ne è uscita di certo danneggiata.

181 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views