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Le Iene scoprono un’altra truffa: Casciari parla del caso Aiazzone, video

12.000 clienti truffati, 850 dipendenti in attesa degli ultimi 5 mesi di stipendio: le Iene, il 2 marzo, fecero luce sulla truffa Aiazzone e la procura di Torino apre il caso. Il gruppo B&S di Borsano e Semeraro indagati per truffa.
A cura di Marianna D Onghia
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Le Iene si riconfermano in prima linea sul fronte  delle truffe televisive: dopo quella del caso Pollaro,  a inizio di questo mese l'inviato Casciari aveva raccolto una serie di segnalazioni di clienti e dipendenti della ditta Aiazzone.

12.000 le persone raggirate dall'azienda, alla quale avevano già elargito anticipi che sommati tra loro ingigantiscono la truffa di cui si è resa colpevole  la ditta. Mobilio per la casa ordinato e mai arrivato, continue promesse di restituzione delle somme pagate, di arrivo della fornitura richiesta e di risarcimento danni, ma le vittime del caso Aiazzone, insieme ai dipendenti dell'azienda, non potevano che ribellarsi a Le Iene e dare sfogo alla loro rabbia inascoltata.

Aiazzone, azienza immobiliare leader negli anni '80, dopo un periodo di chiusura, era da poco ritornata attiva, con 40 punti vendita in tutta Italia, in poco tempo sommersi da ordini e richieste clientelari data la fama dell'indimenticata ditta. La fiducia è stata ripagata, in malo modo: neoproprietari di appartamenti e altro tipo di abitazione hanno confidato in Aiazzone, richiedendo, in alcuni casi, l'intero mobilio per la casa nuova, ma dopo gli ordini il vuoto, come vuote appaiono le stanze dei compratori, costretti da molti mesi ad abitare case spoglie e prive dei servizi basilari.

Dai 900 ai 4000 euro per un attesa snervante e inutile: una cameretta per la nascitura che non arriva e una mamma che attende di poter dare alla bambina il suo spazio. Il disagio è grande per una famiglia costretta a cucinare su fornelli da campeggio e a conservare i cibi in improvvisati frigoriferi, vedendo trasformare la delusione per la truffa in rabbia per un'esistenza non confortevole. Ira che tocca tutti i clienti raggirati da Aiazzone, sfogatisi sulle scritte dei punti vendita, distrutte dalle sassate degli arrabbiati clienti, come mostra la iena Casciari con il suo cameraman. Le consegne risultano sospese da febbraio, quando i compratori attendono i loro mobili da molto prima del secondo mese dell'anno.

L'inviato parte per  un mini viaggio tra tutti i punti vendita dell'azienda, incrociando diversi truffati e dando voce alle loro storie e alla rabbia diffusa, che li porta a girovagare, senza meta, in cerca dei loro soldi, dei mobili, di un risarcimento materiale e morale. Tra i clienti, Casciari incontra anche i dipendenti, anche loro in attesa di un risarcimento pecuniario, per il servizio lavorativo: ormai liberi dal vincolo del contratto, si confidano, a volto coperto, ai microfoni delle Iene. "La gente pagava la pagarra, sapendo che non si prevedevano restituzioni di questa. Una volta percepito l'incasso totale, l'azienda non inviava i mobili a destinazione e ci costringeva ad attribuire il mancato arrivo con le argomentazioni del trasportatore morto o il camion in fiamme, per tenere a bada l'irato compratore" è il sunto dei racconti degli 850 ex dipendenti, che chiedono scusa ai clienti, ma difendono il loro operato, che si limitava a portavoce dell'azienda.

I dipendenti si rifacevano alla coppia Borsano e Semeraro, responsabili del gruppo B&S a cui apparteneva il gruppo Aiazzone, rivelato dalla società Panmedia. Tra i due solo Semeraro ha risposto alle numerose chiamate dei dipendenti, con notizie non confortanti, come l'invito di impiccarsi al primo albero per la strada. Parte la caccia ai colpevoli e Casciari si reca nelle sedi ufficiali del gruppo imprenditoriale, dove i restanti dipendenti, che ridono  per imbarazzo o perchè a conoscenza dell'accaduto e sono loro stessi vittime della truffa. Nascosto nei cespugli di una delle sedi, l'inviato de Le Iene scorge proprio Borsano, responsabile del gruppo insieme a Semeraro, che tenta di sfuggire all'agguato rifugiando nella sua Smart, dalla quale dice di esser stato raggirato anche lui da Panmedia e di non avere responsabilità dirette nella truffa.

Sarà il tribunale di Torino a stabilire le colpe del caso: la procura ha accolto 4 querele per truffa che hanno dato avvio agli approfondimenti giudiziari verso la ditta B&S. Sarebbe meglio che la verità venisse a galla in breve tempo, perchè le minacce di giustizia personale sono in agguato e la rabbia non porta quasi mai a soluzioni positive.

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