“L’Aria che tira” chiude la stagione con uno speciale in prima serata

Dopo una stagione difficile ed intensa come quella appena trascorsa, il programma d'informazione di La7 condotto da Myrta Merlino, L'aria che tira, chiude per la pausa estiva con un'ultima puntata: uno speciale in prima serata lunedì 15 giugno alle 21.15. Un voler tirare le somme quello della giornalista che ha deciso di mettere un punto a questa stagione televisiva ripercorrendo attraverso interviste, filmati esclusivi e approfondimenti tutto quello che è accaduto in questi mesi intensi.
Gli ospiti della puntata
Nella serata di lunedì 15 giugno saranno molti gli ospiti che accompagneranno la conduttrice di La7 in questo viaggio conclusivo nell'era segnata dalla pandemia da nuovo coronavirus. Tra collegamenti e presenze in studio, tra politica scienza e anche mondo dell'intrattenimento ci saranno: il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il leader di Italia Viva Matteo Renzi, l'economista Carlo Cottarelli, la direttrice di Euromedia Research Alessandra Ghisleri, la virologa Ilaria Capua, i direttori Luciano Fontana, Massimo Gianni e Alessandro Sallusti. E poi ancora lo psicoanalista Massimo Recalcati, l'attore Claudio Amendola e il vignettista Vauro Senesi.
Le dichiarazioni di Myrta Merlino
L'Aria che tira è stato uno dei programmi in prima linea nell'informazione giornaliera durante il difficile periodo del lockdown, una situazione inedita di cui non si aveva la minima esperienza e che poteva essere affrontata solo quotidianamente. Una sfida per la giornalista che, però, non si è tirata indietro e ha mostrato, nonostante le critiche e le polemiche nate per certe sue affermazioni, di essere riuscita a portare fino in fondo una trasmissione che si conferma tra le più seguite del palinsesto di La7:
È stata certamente la stagione più complicata della mia vita Ed è giusto capire cosa ci è rimasto dentro di tutto questo. È stato molto complicato lavorare, in pochissimi in redazione, con le difficoltà dei collegamenti, dovendo raccontare una guerra di cui si sapeva poco o nulla. Ma è stato anche gratificante: nella mia vita da giornalista non mi sono mai sentita così utile, è stato un impegno civile, perché abbiamo fornito informazione e aiuti di cui la gente era assetata. Abbiamo aperto una posta elettronica e ci sono arrivate 70mila mail: molte delle persone che ci hanno scritto sono state ascoltate in trasmissione. Le immagini che mi hanno scosso di più sono state quelle della fila di camion militari che trasportavano le bare a Bergamo. Mi portavano a casa la sera quelle sensazioni terribili, le sentivo sulla mia pelle