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La7 abbandona i suoi precari: il silenzio di Mentana, Santoro&co

La situazione della rete in vendita è sempre più indefinita. A Natale benservito per molti precari in attesa di rinnovo solo perché per molti sarebbe scattata l’assunzione: l’azienda li abbandona e i grandi volti di La7 non ne parlano.
A cura di Andrea Parrella
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precari la71

Il paradosso di La7 è che la qualità dei prodotti viaggia su un binario differente rispetto alla salute dell'azienda. Il prodotto televisivo che la rete è capace di garantire guarda lontano, La7 annovera nel suo cast giornalisti e personaggi di rilivo. Eppure si conoscono le difficoltà finanziarie  e l'intenzione di Telecom a trovare un acquirente a breve un acquirente (Mentana nel tg di ieri sera parlava di vendita ormai certa). La corsa si limita ai due che da sempre si sono dimostrati interessati: Cairo e il gruppo Clessidra. Tuttavia il Consiglio di amministrazione fugge, latita. Due giorni fa si doveva giungere ad una conclusione,  però non è accaduto.

Precari abbandonati – Ma esiste un altro paradosso all'interno dell'azienda, ancora più assurdo e tristemente in linea coi tempi che corrono: il 21 dicembre 2012 l'ufficio del personale comunica ai produttori esecutivi dei vari programmi che La7 ha bloccato qualsiasi contratto per collaborazioni esterne, sia esso TD, partita IVA, a progetto ecc. Il peggio è che questo avvisio giunge a due settimane dall'inizio di un contratto semestrale e, di fatto, a cavallo delle vacanze natalizie, rendendo impossibile agli interessati di cercare un altro impiego.

Quei contratti che non sono d'oro – Rispetto forse alla situazione di altre reti televisive, c'è una peculiarità: questi precari sono l'anima della maggior parte dei programmi realizzati dalla rete. La protesta risiede sostanzialmente in una promessa non mantenuta, poiché si è sempre detto che i nuovi acquirenti non avrebbero licenziato. Ma qui più che licenziare ci si rifiuta di assumere, così come sarebbe previsto da legge dopo 36 mesi di contratto. Ed infatti, i PrecariLa7, divenuti oramai una sigla e, due sere fa, un TT su Twitter, sono sempre stati soggetti a contratti che prevedevano pagamenti di 6€ per ora e che non superavano quasi mai i quattro mesi di durata. Nessuno avrà il coraggio di definirli stipendi d'oro. Il gioco è questo: non rinnovare perché non si vuole assumere, non perché non ce ne sia il bisogno, visto che, come specificano sul loro blog, son quasi la metà della forza lavoro presente a La7. La loro assenza renderebbe di fatto impossibile dare vita ad un palinsesto che sia degno di questo nome.

Il silenzio dell'informazione La7 – E quindi i precari non ci stanno, pretendono di far parte di un progetto cui hanno dato vita, dietro le telecamere di una televisione la cui reputazione sta sempre più rientrando nel firmamento delle grandi generaliste, proponendosi come terzo polo oltre Rai e Mediaset. E due sere fa, mentre Michele Santoro andava in diretta e generava un'ampia mole di traffico sul social network cinguettante parlando anche di tutela del lavoro con Vendola, i precari La7 si chiedevano: perché nessuno parla di noi? La verità è scritta nel loro comunicato: qui non siamo a rischio solo noi, non è a rischio solo la sopravvivenza di La7, ma il pluralismo dell'informazione. Di certo non spetta ai grandi nomi di La7 risolvere la questione, ma di certo la solidarietà non guasterebbe. Come accusa "qualcuno", La7 è la Tv più faziosa di tutte. fatichiamo a crederci, che lo dimostrino adesso.

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