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La terribile testimonianza di Anna: “Io, abusata dal mio allenatore di karate”

Ospite a Verissimo una giovane donna che ha raccontato la sua terribile esperienza di bambina e adolescente molestata dal proprio allenatore di karate.
A cura di Simona Saviano
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Entra in studio a Verissimo una giovane madre per portare la sua esperienza, terribile, di bambina e adolescente molestata dal suo allenatore di karate. E' una testimonianza anonima quindi non viene inquadrato il suo volto e la conduttrice le dà un nome fittizio: Anna. Con molto coraggio racconta le agghiaccianti attenzioni, morbose, ricevute da un uomo che, come rivela, godeva della totale fiducia dei suoi genitori, tanto che la riaccompagnava a casa in auto ed era spesso a pranzo con i suoi. La sua era una famiglia come tante, forse, come confessa, con un padre un po' assente per lavoro, ma decisamente nella norma. E' dai 10 ai 12 anni che gli abusi hanno avuto inizio, mai rapporti completi, ma tante frasi e accarezzamenti equivoci:

Dai 10 anni ai 12 anni si era stabilito un rapporto quasi paterno con quest'uomo che era il mio allenatore: io mi sono attaccata a lui come se fosse un vero padre. A 12 anni le cose sono cambiate e lui mi faceva complimenti: "Come sei diventata bella". Sono diventata poi una sua ossessione. In estate andammo tutti insieme all'acqua splash e portai con me un amichetto, lui mi disse: "Lo sai che io sono geloso, tu sei la mia piccola, io mi sto innamorando di te". I miei avevano totale fiducia in lui, mangiava con noi, si andò avanti con i viaggi in macchina e spesso lui si appartava nei parcheggi, prendeva le mie mani, si accarezzava da solo. Io diventavo  una specie di burattino. Lui mi diceva "non ti faccio del male" e io cercavo di tranquillizzarmi.

"Anna" ha svelato il nome del suo molestatore in gita scolastica – Durante una gita scolastica, complice una bevuta di troppo, che l'ha portata a sfiorare il coma etilico, la giovane ha svelato il suo terribile segreto:

Quella sera cercavo di distrarmi. Iniziai a piangere e sfogarmi e ripetevo il nome di quella persona davanti alla mia professoressa, scioccata: "X non ti amo, lasciami stare". Le mie compagne capirono subito. La mia professoressa capì e parlò con i miei genitori, anche se io l'avevo pregata e scongiurata di non dirlo. Io non lo volevo dire, a me era scappato. Era un mix di vergogna, senso di colpa. Lo giustificavo perché mi sentivo in colpa che lui mi amasse.

La gravidanza e la nuova fase della sua vita – A 18 anni resta incinta e si innamora di un ragazzo ed è per lei un vero momento di svolta:

Senza dover dare spiegazioni me ne sono liberata. Non ho cercato la gravidanza, ho cercato però di mettere fine al tutto. Lui mi ha inizialmente detto: "sono deluso" e poi è sparito. Torno in palestra dopo un po' di tempo, anche per una certa curiosità e lo trovo fidanzato, con una donna più piccola di lui, ma sui 25 anni. Ero felice ma non avevo capito nulla. In estate parto per una gara di karate all'estero e mi telefonano dicendo che il suo comportamento non era normale: alcune ragazzine avevano denunciato ai genitori le attenzioni moleste nei propri confronti da parte di quell'uomo.

La giovane racconta che attualmente in alcune gare ufficiali si ritrova faccia a faccia con lui e dopo un cammino abbastanza lungo, che ha incluso anche delle sedute di psicoterapia, è passata dal senso di colpa all'odio verso una persona che avrebbe dovuto tutelare la sua adolescenza, ma che l'ha resa un vero incubo.

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