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La storia di Riccardo Moratto, da vittima di bullismo a star della tv cinese

Riccardo Moratto, trentaduenne originario di Piombino, negli anni del liceo è stato vittima di bullismo. Ha vissuto “un inferno, un incubo” fatto di umiliazioni e gesti gravi e pericolosi. In un’occasione, i bulli tentarono di far esplodere la sua stanza. Con impegno, studio e duro lavoro, il giovane ha ottenuto il suo riscatto. Oggi, è un volto amatissimo della tv cinese.
A cura di Daniela Seclì
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Classe 1985, Riccardo Moratto è una di quelle storie di riscatto che dimostrano che con impegno e duro lavoro, non ci sono obiettivi lavorativi, che non si possano raggiungere, né passato che possa essere un ostacolo al futuro. È nato a Piombino e sin da piccolo ha dimostrato una predisposizione per le lingue, complice anche la vicinanza del nonno materno che, emigrato in Libia negli anni della guerra, era in grado di parlare sia inglese che italiano.

La passione per la lingua cinese è nata, per un caso fortuito, in Norvegia dove si è ritrovato a collaborare con una community di parlanti sinofoni. Nel 2007 si è laureato a Roma con 110 e lode, presentando una tesina sulla grammatica generativa applicata alla sintassi del cinese. Ha proseguito nello studio di questa lingua e nel 2009, ha conseguito la specialistica in interpretazione simultanea di conferenza. Dopo aver collezionato riconoscimenti, nel 2012 ha ricevuto il dottorato presso la National Taiwan Normal University di Taiwan. Oggi, insegna in sei diversi atenei.

Riccardo Moratto, inoltre, ha anche una vena artistica. Ha studiato, infatti, pianoforte in conservatorio. Arrivato in Cina, è riuscito a dare sfogo anche al suo spirito di intrattenitore. Oggi, infatti, è il primo italiano a condurre un programma televisivo in Cina. La sua simpatia lo ha portato a conquistare il cuore del pubblico. In alcune dichiarazioni riportate da ‘Il Tirreno', si apprende che il suo passato, non è stato tutto rose e fiori. Il giovane ha dovuto far fronte a continui episodi di bullismo mentre frequentava il liceo:

"Sono stato vittima di episodi di questo genere da parte di molte persone con un paio di occasioni di tale aggressività da condurmi sull'orlo della via del non ritorno".

"I bulli volevano far esplodere la mia stanza, i professori facevano finta di niente"

Gli episodi si verificavano soprattutto durante la ricreazione: "Era un incubo, un inferno di umiliazioni nei miei confronti. Frasi irripetibili, inviti ed esortazioni da impallidire. Nel corridoio, non di rado a voce alta di fronte a professori che facevano finta di non sentire e di non vedere. A quel punto non mi restava che chiudermi letteralmente in classe e aspettare che quei dieci minuti passassero più velocemente possibile". 

I ‘bulli', lo raggiungevano anche quando passeggiava con gli amici, tanto da indurlo a non uscire più di casa. L'episodio più grave e pericoloso, durante una gita a Napoli, quando cosparsero di alcol, la caldaia della sua stanza:

"Se fosse stata accesa quella caldaia sarebbe esplosa. Questo pensiero non può non ferirmi. Come quello dell'atteggiamento, che definirei omertoso, di chi non avrebbe dovuto chiudere gli occhi di fronte a quanto accadeva. Perché io sono stato forte, sono riuscito a uscire da tutto questo con la ferrea volontà di prendermi una rivalsa e di farmi un nome. Ma c'è anche chi questa forza non ce l'ha avuta, chi non ce l'ha fatta".

Riccardo Moratto, che si è raccontato in un libro, ha sottolineato soprattutto la presunta indifferenza dei professori – a eccezione di una insegnante – che si limitavano a "far finta di niente" o a "minimizzare". Oggi li invita a prestare attenzione alle richieste di aiuto degli allievi e spera che la sua storia e il suo percorso costellato di successi, possa essere d'incoraggiamento per chi è vittima di bullismo e non riesce a vedere una via d'uscita.

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