La storia di Laura Miola, la Miss Wheelchair è al quinto mese di gravidanza
È finita benissimo la storia di Laura Miola e di Salvatore, coppia di Scauri, nell'ultima puntata di "Da qui a un anno". Nel salotto del programma condotto da Serena Rossi su Nove, la reginetta di bellezza del concorso "Miss WheelChair", riservato a donne con disabilità, si era raccontata accompagnata dal suo compagno. Sogni e speranze insieme, superando le avversità e gli ostacoli. La vita d'altronde è una cosa semplice, il loro sogno era quello di sposarsi.
La storia di Laura Miola
Laura Miola, 27 anni, racconta il percorso di accettazione, la sofferenza di sentirsi "diversa" dal resto e il momento in cui ha capito che la vita è una cosa meravigliosa.
Quando non conoscevo lui pregavo sempre il Signore che mi facesse guarire, mi sentivo inadeguata. Pregavo per guarire e alla fine sono guarita davvero, ma solo perché ho incontrato lui.
La coppia si è sposata e aspetta un bambino
Il format prevede l'incontro della coppia a un anno esatto dalla prima volta. Non poteva andare meglio per entrambi: c'è stato un bel matrimonio e soprattutto, come indica Salvatore ponendo la sua mano sul pancino di Laura Miola, "la cosa più bella è qui". La reginetta di bellezza è al quinto mese di gravidanza, presto si conoscerà anche il sesso del nascituro. Tra gli applausi del pubblico e qualche lacrima (soprattutto della conduttrice che non è riuscita nell'intento di trattenerle) quella di Laura Miola e di suo marito Salvatore rappresenta una grande storia di speranza, di forza e di coraggio.
Una vita normale nella normalità
Laura Miola si era presentata così ai colleghi de "Il Mattino" poco prima di partecipare alla competizione "Miss WhellChair 2017", le sue dichiarazioni uno spot contro gli stereotipi.
Conduco una vita normale, nella più completa normalità. La bellezza non si può definire, non si può ingabbiare in uno stereotipo, è qualcosa di più grande. Una donna seduta non è meno bella, la carrozzina è un mezzo, una compagna di viaggio, non un qualcosa che ti definisce… Esistono sia barriere architettoniche che culturali. Si possono avere in merito due approcci diversi: sulle barriere culturali ognuno può realmente fare qualcosa. Sono convinta che in base a come uno si vede gli altri lo vedranno di conseguenza; si può tranquillamente dimostrare con la propria vita che non c’è nulla di sofferente, che non viviamo una vita piena di dolori, le sofferenze ce l’hanno tutti e di ogni tipo, noi non siamo diversi in questo.