La Rai sperimenta la tv in 5G
La Rai sta sperimentando il 5G, per una tv sempre più agile, fruibile in diretta e su ogni tipo di piattaforma. Un vero e proprio cambio di passo per le telecomunicazioni e per la Rai, che potrebbe ottenere non solo di una copertura migliore della rete, ma anche un "alleggerimento" del carico di dati trasmessi, e quindi maggiore velocità, soprattutto durante eventi live seguiti in streaming. La prospettiva infatti è quella di sfruttare la tecnologia 5G soprattutto per la copertura di grandi eventi sportivi in diretta, ma anche spettacoli, prime tv e news, e di agevolare altri servizi di pubblica utilità, come meteo, allerta traffico o la didattica a distanza.
Cosa cambia con la tv in 5G
Al momento, siamo in fase di sperimentazione. La Rai infatti sta testando alcune torri di trasmissioni collocate sul territorio nazionale, una delle quali in Piemonte (Torino Eremo). Si tratta di sorgenti in grado di raggiungere più terminali e con un raggio di copertura più ampio, che permetterebbe di avere molti meno ripetitori per coprire la stessa zona (100 torri hpht al posto di 10mila celle mobili). Le aree rurali e suburbane risulterebbero più libere e la rete mobile più leggera e veloce. In questo modo, per l'utente l'accesso allo streaming in diretta sarebbe agile tanto quanto il caricamento di un contenuto video tradizionale.
I primi test Rai sul 5G
In Italia i primi test della Rai andati a buon fine sul 5G risalgono al 2018, con la collaborazione dell'Università tedesca di Braunschweig. L'occasione sono stati i campionati europei di atletica, che si sono svolti allo stadio di Berlino. È stata attivata una trasmissione ad alta definizione verso un prototipo radio in Valle d'Aosta, che permetteva di collegarsi via wi-fi su dispositivi mobili. L'anno dopo in occasione della festa di San Giovanni di Torino, dal trasmettitore Torino Eremo è stato distribuito un segnale verso 50 dispositivi mobili in "multicast wi-fi" al Museo della radio e della televisione. Un grosso vantaggio per il nostro paese, come sottolinea Stefano Ciccotti, cto Rai:
Potrebbe avere senso adottare questa tecnologia nel caso di eventi live ad alta audience, contenuti rivolti al pubblico più giovane ma anche servizi di pubblica utilità che in questo periodo storico e in futuro non potranno più essere considerati marginali: dalla didattica a distanza alle allerte per la popolazione.