La Panarello al medico: “Mi dia qualcosa per farmi morire e andare da Loris”
A Quarto Grado si è dato ampio spazio al caso di Loris, il bambino ucciso e abbandonato nei pressi di un mulino a Santa Croce Camerina. Poche ore fa, il Gip ha convalidato il fermo per Veronica Panarello, madre del piccolo. Durante la trasmissione di Retequattro è intervenuto Giuseppe Brullo, medico curante della donna. L'uomo, intervistato da Simone Toscano, ha dichiarato:
"Per quello che l’ho potuta conoscere, non credo l’abbia ammazzato lei. Non mi sembra una donna capace di fare queste cose. E poi con quella freddezza… È difficile che non abbia mai dato segni di squilibrio. Mi è sembrata una persona normale. Normalissima e lucida. Una mamma molto attaccata ai figli. Non mi ha mai dato l’impressione di essere una persona debole di mente, né mi ha mai chiesto farmaci di tipo psichiatrico".
Il medico, però, ha ricevuto una strana richiesta da parte della donna:
"Ho avuto modo di vederla dopo il fatto: lì ho notato un qualcosa di strano. Mentre le stavo mettendo una flebo, perché era disidratata e non mangiava da giorni, si rifiutava e mi chiedeva il parrucchiere per tagliarsi i capelli. Questa cosa mi ha sconvolto, perché non è normale. Diceva che gliel’aveva chiesto il figlio, perché voleva la mamma con i capelli corti e lo voleva accontentare".
Inoltre, ha aggiunto che la Panarello gli avrebbe chiesto dei medicinali che la facessero morire per potersi "ricongiungere a Loris":
"Mi ha domandato, come fanno tutte le mamme che soffrono, di darle qualcosa per farla morire, per raggiungere il figlio. Mi ha detto: "Mi prometta che mi darà qualcosa per morire e ricongiungermi a Loris".
La Panarello avrebbe, poi, espresso il desiderio di conoscere il cacciatore che è riuscito a ritrovare il corpo di Loris, per sapere se gli avesse fatto almeno una carezza:
"Il primo giorno in cui sono andato da lei, mi ha chiesto di portarle il ‘famoso’ cacciatore che aveva trovato Loris, per farglielo conoscere. Gli ha chiesto ripetutamente come l’avesse trovato, in che condizioni, se gli avesse preso la mano, se gli avesse fatto una carezza, se Loris avesse ferite, come fosse vestito. Conosco Orazio Fidone. Siamo anche parenti e quando l’ho accompagnato da lei, non mi ha mai dato impressione che si conoscessero o potesse esserci un legame".