La madre di Sarah Scazzi: “Come faccio a capire perché mia sorella ha ucciso mia figlia?”
Quarto Grado proporrà in esclusiva un'intervista a Concetta Serrano, madre di Sarah Scazzi, la tredicenne uccisa ad Avetrana nel 2010. La donna ha risosto alle domande di Alessandra Borgia, facendo riferimento alla condanna ad ergastolo inflitta dalla Suprema Corte a Cosima Serrano e Sabrina Misseri, rispettivamente zia e cugina della vittima, e agli otto anni di reclusione allo zio Michele Misseri, accusato di soppressione di cadavere e inquinamento delle prove. Le parti salienti dell'intervista descrivono una donna fflitta dal suo dolore, oltre che sola in senso familiare, essendo Cosima sua sorella. La donna racconta in parte i fatti di quella giornata, ricostruendo le ultime ore di vita di Sarah: "
È entrata nella sua cameretta e si è chiusa. Poi, dopo un po’, è uscita e ha detto: “Mamma… vedi che dobbiamo andare al mare con Sabrina”. Ore dopo è venuta Sabrina a dirmi: “Zia, Sarah non è venuta. Dovevamo andare al mare”. E io: “Come? Se mi ha detto che veniva a casa tua, com’è che non è venuta?”. E lì ho pensato: “Sarà successo qualcosa” e ho detto a mio marito: “Prendiamo la macchina, vediamo se per caso la vediamo in giro. Quando ho visto che di lei non c’era traccia ho detto: ”Andiamo in caserma perché qui la cosa incomincia a preoccuparmi”. Ricordo un particolare: quel giorno, quando ho denunciato il fatto che Sarah non si trovava, venne anche mia sorella Cosima. Lei, arrabbiata, affermò: “Questa sera quando torna, se torna, le devi tirare uno schiaffone, perché l’ha fatta veramente grossa”. Con il senno di poi ho pensato: ma se non torna più che schiaffone le devo tirare?»
Concetta Serrano è sconcertata per la condanna della sorella e la nipote: "Già aver perduto Sarah in quel modo è stato uno strazio. Poi sapere che sono stati loro, i miei parenti, a fare questo… il dolore è aumentato, è diventato più forte, chi poteva mai immaginare che fossero stati loro? […] Oltre a Sarah ho perso anche loro due. Adesso ci ritroviamo ad affrontare un futuro da soli, in termini familiari. Loro da soli, lì. Io da sola, qui… perché altri familiari mi hanno abbandonata… saremo tutti soli". La donna invia anche un messaggio alla sorella:
Se vuole ritrovare la tranquillità, di mettere la coscienza a posto. Di dire la verità, anche se le costa tanto. Le è costato l’ergastolo, però la coscienza non l’ha ancora sistemata […] E neanche Sabrina.
La domanda finale che Concetta pone a se stessa è un interrogativo al quale difficilmente si può dare risposta: "Posso immaginare tante cose. Come faccio a capire perché l’hanno uccisa? Lo sanno solo loro".