La lettera di Salvatore Parolisi a Quarto Grado: io detenuto innocente
Secondo appuntamento con Quarto Grado venerdì 16 settembre su Rete 4 e Salvo Sottile, con la collaborazione di Sabrina Scampini, ha realizzato un’altra puntata ricchissima di approfondimenti sulla cronaca nera: si è parlato degli ultimi sviluppi nell’inchiesta sulla morte di Yara Gambirasio, infatti il gip di Bergamo ha deciso di non archiviare la posizione di Mohammed Fikri, l’operaio marocchino arrestato come assassino di Yara e rilasciato due giorni dopo; si è parlato anche di Sarah Scazzi, infatti il fratello Claudio ha incaricato un’importante agenzia investigativa di far luce su alcuni aspetti poco chiari.
Ma lo spazio principale è stato dedicato al caso di Melania Rea: l’ultima novità dal punto di vista processuale riguarda la richiesta di incidente probatorio da parte della difesa di Salvatore Parolisi. In puntata sono state mostrate in esclusiva le foto dei reperti appartenuti a Melania e ritrovati sulla scena del delitto. Poi si è parlato delle intercettazioni telefoniche e dei messaggi tra Parolisi e l’amante Ludovica.
Ciò che però ha destato più scalpore è stata la lettura della lettera scritta da Parolisi e inviata proprio allo staff di Quarto grado, che è diventato una sorta di confessionale per il caporalmaggiore, un luogo da sfruttare per far arrivare la sua voce e il suo grido di innocenza.
Parolisi che è in carcere con un italo-albanese ha scritto a Quarto grado:
Ormai sono l'uomo al muro: niente mi è stato perdonato. Il carcere, è un mondo nel mondo e solo chi lo vive può capire quanta sofferenza può dare. Sofferenza che diventa dolore lancinante quando lo si vive da innocente, come succede a me. La mia difficoltà di ammettere subito un errore commesso è diventata la mia condanna. Non mi viene perdonato il tradimento, anche se ormai alcuni giudici hanno scritto che tradire non è reato e che quello non può essere il movente.
Come viene sottolineato in trasmissione dagli ospiti presenti a Quarto grado, Parolisi oltre a dichiararsi innocente motiva le sue parole con dati tecnici, come se stesse studiando il processo durante la sua permanenza in carcere, infatti questo aspetto è molto più chiaro nel pezzo successivo, in cui Parolisi ha detto:
Sono molto dispiaciuto del fatto che rispetto alla mia difesa, molte cose contestate non hanno avuto ancora nessuna risposta, oppure risposte superficiali e poco credibili. Sono molto amareggiato per il fatto che devo vivere il carcere, soprattutto lontano da mia figlia Vittoria che ancora, senza validi motivi, non sono riuscito a stringere a me… neanche un bacio ne una carezza…sentire il suo profumo, ricordando anche mia moglie e ricaricandomi di forza d'animo.
Nella parte finale della sua lettera si legge un Parolisi che crede nella giustizia e si affida ad essa:
Soffro e continuerò a soffrire con la certezza, però, che la stessa giustizia che oggi mi accusa ingiustamente, quanto prima farà il suo corso, affermando la mia assoluta estraneità ai fatti. Così tante persone apriranno gli occhi per chiedere scusa.
Colpevole o innocente? Bisogna aspettare l'esito finale del processo per capirlo. Per ora resta l'unico indagato per la morte di Melania Rea.