La Cortellesi dopo Zelig trionfa ai David di Donatello
Se l'America e il mondo intero attendono la cerimonia degli Oscar, la tv italiana relega in seconda serata le premiazioni dei vincitori del David di Donatello 2011, l'ambita statuetta per i protagonisti del cinema nazionale e non. E così, chi non ha potuto seguire a tarda ora la serata, si è perso diverse chicche e punti di riflessione polemici, lasciati qua e là dai protagonisti della cerimonia: tra tutti si è distinto l'appello di Elio Germano, vincitore della statuetta come migliore attore protagonista per La nostra vita.
L'attore, premiato da Catherine Spaak, ha letto alla presenza dell'attrice e del conduttore Tullio Solenghi un comunicato, a difesa di tutti i lavoratori dell'industria del cinema, che vivono sulla loro pelle le conseguenze dei tagli apportati dal ministero delle attività culturali: l'attore chiede che il sudato e cospicuo guadagno che la grande macchina dello spettacolo procura alle casse pubbliche sia utilizzato per la ricerca e per il bene di tutti i cittadini e non per l'entrata in guerra della nazione, riferendosi ovviamente alla partecipazione dell'Italia al conflitto libico. Un Elio Germano, con salivazione bassa, ma il giusto coraggio, ha lanciato il suo appello davanti al ministro Galan, per i Beni e le Attività culturali e le sue parole son state seguite da un sentito applauso.
Anche Massimo Ghini, intervenuto nella serata come attore-premiante, ha chiesto al ministro più ascolto verso le richieste del mondo dello spettacolo italiano. L'attore di Raccontami ha avuto l'onore, ieri sera, di consegnare il premio di migliore attrice protagonista a Paola Cortellesi per Nessuno mi può giudicare, il film che la vede nei panni di una ricca signora che dopo la perdita del marito sceglie la strada più facile per sbarcare il lunario, fare cioè la escort. Intraprendendo la professione più antica del mondo, si innamora del personaggio di Raoul Bova.
La conduttrice di Zelig ha avuto la meglio su Sara Felberbaum per Il gioiellino, Isabella Ragonese per La nostra vita, Angela Finocchiaro per Benvenuti al sud e Alba Rohrwacher per La solitudine dei numeri primi. Prima di salire sul palco, l'attrice ha salutato le rivali, sedute poco distanti da lei e ha raggiunto Ghini e Solenghi, abbracciando il suo premio e ringranziando i colleghi attori nel film, i collaboratori ma sopra tutti il regista Massimiliano Bruno, compagno di tanti progetti passati, presenti e, come spera Paola Cortellesi, anche futuri.
Durante la serata, il film di Martone ha sbancato ai David di Donatello, con ben 7 statuette per il suo film su tre giovani mazziniani, intitolato Noi credevamo. Buoni i frutti raccolti anche per Basilicata Coast to Coast, La nostra vita e 20 sigarette. Il discorso del re miglior film europeo, mentre Clint Eastwood con il suo Hearafter si è imposto come miglior pellicola internazionale.