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La Concordia affonda nel circo mediatico di Porta a Porta

Ci ha pensato lo speciale condotto su Rai Uno da Bruno Vespa a dare il colpo di grazia all’incidente della Costa Concordia. Un racconto morboso dell’accaduto, la volontà di stabilire un colpevole; ma la rete non ci sta.
A cura di Laura Balbi
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Ci ha pensato lo speciale condotto su Rai Uno da Bruno Vespa a dare il colpo di grazia all'incidente della Costa Concordia. Un racconto morboso dell'accaduto, la volontà di stabilire un colpevole; ma la rete non ci sta.

L’incidente della Costa Concordia è stata una tragedia di tale portata che è stato impossibile non riversale lo scandaglio minuzioso dell’attenzione mediatica in ogni suo aspetto. Così nasce il tormentone del web #vadaabordocazzo, ed un marketing di t-shirt con la frase in questione irritante e ai limiti del sopportabile, così nasce la contrapposizione tra buoni (De Falco) e cattivi (Schettino), così nascono i fraintendimenti di chi usa la rete come strumento improprio e confonde per un’omonimia casuale il comico Simone Schettino con il comandante, reo dell’errore umano.

La gogna televisiva ha completato il quadro del tribunale d’accusa mediatico, passando per uno speciale dedicato alla Concordia sull’immancabile – in termini in presenza in vista delle catastrofi – Porta a Porta con Bruno Vespa. Dopo il terremoto dell’Aquila e parecchie serate dedicate al delitto Scazzi, Vespa continua la tradizione, facendo fede a quel tipo di approfondimento che sprofonda nella morbosità più insopportabile, nel sensazionalismo più populista.

Vespa apre in pompa magna con una disposizione degli ospiti che si propone come uno scontro a prima vista: da un lato dello studio un campione dei sopravvissuti al disastro, pronti a raccontare ognuno la sua storia, dall’altro uno stuolo di ufficiali e capitani, di porto e di bordo pronti a subire il massacro per le inadempienze nel momento di emergenza. Il medico di bordo è in prima fila, vessato come un martire perché tra quelli che ha abbandonato la nave prima che tutti i passeggeri fossero in salvo.

Inutile giustificare il suo ritorno a terra per occuparsi dei feriti arrivati al pronto soccorso del Giglio, che dispone di un solo medico vista la scarsa densità di popolazione. Il medico prova a controbattere ma è sopraffatto da un Vespa sempre più impegnato ad additare un colpevole.

L’attacco si srotola su più fronti: gli ufficiali di bordo devono essere tra gli ultimi a lasciare la nave, ma nello stesso tempo c’è polemica perché le scialuppe sono state manovrate dal personale dell’hotellerie, non competente in materia di guida nautica. Bisognerebbe spiegare a Vespa che il dono dell’ubiquità non esiste ancora, timidamente il medico di bordo ci prova, ma è sopraffatto dalla durezza e dalle continue interruzioni.

Il confronto Concordia – Serena e i Pirati dei Caraibi inorridiscono il web

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Lo speciale spazia dalle speranze dei parenti dei dispersi alla parola di esperti metereologi, speleologi, subacquei, pronti a dare un punto di vista attento e dissonante l’uno dall’altro, portatori di una babele di pensieri che a poco serve ai fini della risoluzione del caso. Difficile stabilire quale sia stato l’apice dello squallore: se il modellino della Costa Concordia che Bruno continuava a rigirarsi nelle mani, quasi accarezzandolo come un totem dai poteri magici, o tutta la pantomima dedicata al passaggio della Costa Serena, salpata poche ore prima in procinto di affrontare la stessa rotta della sua sorella sfortunata.

La Serena naviga a distanza stabilita dall’Isola del Giglio e dalla carcassa mezza inabissata della Concordia e Vespa ripete a più riprese: “La vita che continua, scintillante, vestita di luci e colori. Lo trovo bellissimo.” con un’attenzione visiva particolarmente d’impatto a mostrare la contrapposizione tra la nave “carica di vita” mentre passa alle spalle di quella “carica di morte.”

Non finisce qui: perché il popolo di twitter regala una dettagliata diretta web dello speciale: ed è così che tra gli hashtag più in voga spunta Pirati dei Caraibi. Cosa c’entra? Semplice l’astuto conduttore propone la colonna sonora del film come sottofondo musicale per il suo racconto imbottito di dolore mediatico.

Tocca l’apice della figuraccia e il senso critico della rete se ne accorge e lo stronca in pieno. Ci meravigliamo solo che non abbia seguito il leit motiv del confronto Concordia – Titanic, com’è saltato in mente a quei due furboni dei fratelli svizzeri. Il commento lo lasciamo al cinguettio degli utenti più inorriditi: #vergognati, #senzaparole, #pocoserio, #cadutadistile. Si potrebbe proseguire all’infinito.

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