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L’Odg sul caso di Melania Rea: bisogna evitare la morbosità

Il caso Melania Rea – Salvatore Parolisi è da mesi sulle prima pagine dei giornali e in tutte le trasmissioni tv che hannno spulciato il caso da tutte le angolazioni, spesso esagerando e sprofondando nella morbosità, anche occupandosi di minori. L’ordine dei giornalisti ha cercato di regolamentare questo accanimento alla vigilia della ripresa di Quarto grado, Chi l’ha visto e delle altre trasmissioni tv che si sono occupate del caso.
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l'ordine dei giornalisti sul caso rea

Stanno per ricominciare tutte le trasmissioni tv che sono andate in ferie durante l’estate e, tra queste, ricominceranno tutti i programmi di approfondimento giornalistico che fanno della cronaca nera il loro cavallo di battaglia. Parliamo di Quarto grado, Chi l’ha visto? ma anche de La vita in diretta, Pomeriggio 5, Domenica in, Domenica 5 e tutti gli altri programmi che si sono occupati della cronaca nera nutrendosi del dolore dei familiari delle vittime a favore di un piazzamento migliore nelle sfide per l’auditel. Ma se la tv del dolore ha risultati molto favorevoli in termini di ascolti, c’è una larga fetta di addetti ai lavori che è contro la morbosità con cui vengono trattati gli argomenti di cronaca nera e quindi si è cercato di dare delle norme per tutti i giornalisti, in modo da capire in che modo comportarsi con vicende così delicate.

Regole per i casi di cronaca nera in tv

L’obiettivo è quello di rispettare le persone, iniziando proprio dalle vittime di queste tragedie rispettando i principi deontologici del lavoro del giornalista. Questo è quello che cercheranno di ottenere Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti (Odg), e di Stefano Pallotta, presidente dell’Odg dell’Abbruzzo che si sono interessati, nello specifico, del caso di Melania Rea e dell’accanimento nei confronti della figlia della vittima e del marito Salvatore Parolisi. La richiesta è stata quella di tutelare la piccola figlia della coppia, infatti hanno commentato: “Emerge una grave mancanza di rispetto per la più fragile tra le vittime della tragedia, la figlia dei due coniugi”.

La morbosità è diversa dal dovere di cronaca

In una nota ai giornalisti, Iacopino e Pallotta hanno invitato a rispettare le norme che mirano a rispettare l’anonimato del minore coinvolto in fatti di cronaca e notano come, questo principio, sia stato numerose volte violato nel caso Rea-Parolisi. I due presidenti hanno aggiunto:

Il fatto che in diverse circostanze siano stati i familiari della coppia a fornire questi elementi non giustifica, da parte dei giornalisti e delle loro testate, l'acritica divulgazione di elementi che devono, invece, essere sottoposti a una specifica tutela: i familiari della coppia non sono soggetti alla Carta di Treviso, i giornalisti sì. Ancor prima di ciò che dettano le norme, i colleghi dovrebbero chiedersi qual è l'utilità di pubblicare quei particolari, assecondando una morbosità che nulla ha da vedere con il dovere di cronaca.

Visto che il processo Scazzi è stato sospeso a causa della tv e della sua invadenza nei fatti giudiziari, l’augurio di tutti è che questo invito alla moderazione, soprattutto su aspetti molto delicati della cronaca nera, porti ad una diversa modalità di diffusione delle notizie in tv, e nei media in generale, consapevoli del fatto che il dovere di cronaca è sacrosanto ma l’attaccamento morboso alla cronaca nera è assolutamente da evitare.

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