Joaquín Cortés e il dolore per la morte della madre: “Non mangiavo e non dormivo più”
Joaquín Cortés è tra gli ospiti della puntata di Verissimo in onda sabato 20 marzo. Il ballerino di flamenco si è raccontato nel salotto di Silvia Toffanin, spaziando dalla gioia immensa provata per la seconda paternità al dolore vissuto dopo la morte dell'amatissima madre. Infine, ha assicurato che a 52 anni l'amore per la danza continua ad accompagnarlo e non si è mai affievolito: “La mia prima donna è la danza. L’ho scoperta da piccolo, è stato un colpo di fulmine e continuo a esserne innamorato come la prima volta”.
Joaquín Cortés è diventato papà per la seconda volta
Joaquín Cortés e la compagna Mónica Moreno sono diventati genitori per la seconda volta. Un mese fa, infatti, è nato il piccolo Andrea. Il ballerino ha rimarcato l'amore infinito che prova per i suoi bambini: “Non so se sono un bravo papà, ma sono innamorato dei miei figli. Sono molto felice. Quando diventi padre subisci un cambiamento radicale. È incredibile quello che si sente: sto provando un amore cristallino e autentico”. Lo stesso sentimento lo prova per la sua Monica, con la quale condivide la vita da ormai dieci anni: "Non ero abituato a queste relazioni così lunghe. Poi gli arrivi di Romeo e Andrea hanno unito ancora di più il nostro legame. Non siamo sposati, perché quando c’è un sentimento vero non c’è bisogno di un documento che ufficializzi la storia”.
Il dolore per la morte della madre
Joaquín Cortés, poi, è tornato con la mente a quando – nel 2008 – ha dovuto affrontare il dolore lacerante della perdita della madre. È stato un momento buio per lui, dove si è sentito davvero perso: "Quando è successo stavo per mollare, mi sono sentito perso, ero da solo. Non volevo vedere nessuno, mi sono chiuso dentro la sua stanza e per alcuni mesi ho dormito sul suo letto. Non mangiavo e non dormivo più. Poi, un giorno ho sentito come un abbraccio, non c’era nessuno con me ma è stato come se mia mamma fosse lì a spronarmi di tornare a ballare, perché quello era il mio dono”. Infine, ha parlato delle sue origini gitane e delle discriminazioni che alcuni suoi amici avrebbero subito:
“Personalmente non ho subito discriminazioni ma indirettamente le ho viste verso i miei amici. Non è bello quando parlano male di un tuo conoscente o di un parente solo perché è gitano. Siamo tutti uguali e veniamo tutti dallo stesso posto. Bisogna educare le persone a dare una possibilità a tutte le etnie affinché possano trovare un posto nel mondo”.