James Purefoy difende la serie The Following dalle accuse di violenza in tv
Vero catalizzatore dell'intero telefilm di punta del 2013 firmato Kevin Williamson è Joe Carroll, il serial killer in "The Following" interpretato da James Purefoy. Carroll è un affascinante professore trasformatosi in vero killer con un grandissimo talento, quello di spingere delle persone ad accettare i suoi ordini, che sia vivere sotto copertura per anni, suicidarsi o far fuori qualcun altro. Un'importante rivista online ha intervistato l'attore che dà via al personaggio di Joe, James Purefoy che negli States è famoso anche per la sua interpretazione di Marco Antonio nella serie dell'emittente HBO "Roma". Inizia spiegando che adora interpretare ruoli da "cattivo", visto che: "Il pubblico mi trova più interessante come un cattivo ragazzo. Mi fa piacere. Il diavolo ha sempre la meglio".
Carroll l'influenza che rende chiunque capace di uccidere, ed è questa una delle caratteristiche principali di The Following: la capacità di Joe di influenzare e rendere chiunque un potenziale mostro. Chiunque può uccidere, non si è al sicuro da nessuno ed è ciò che rende il telefilm così snervante per certi aspetti:
E' vero, ci sono persone capaci di fare questo tipo di cose. Spero che almeno lo show metta in moto servizi sociali o cose del genere. Non c'è bisogno di cercare in chissà quali meandri oscuri: accendi il tuo laptop e ci sono website che si occupano di suicidi, dei siti internet pro-anoressia, sono davvero strazianti. Ed esistono tanti website che "ricamano" e fantasticano sulla violenza. Sono queste le persone che Joe Carroll attinge e manipola: se ci fosse una milionesima percentuale di serial killer in ognuno di loro, lui la incoraggia, la caccia fuori. E' la psicologia di qualcuno che vuole scavare e cacciar fuori la peggiore umanità. Non c'è lavaggio del cervello in questo, il suo carisma non riesce a fargli fare quello che vuole. Lui fornisce loro una "licenza", dà loro attenzione, amore, non li giudica e li fa sentire al sicuro.
Le accuse di violenza verso gli autori e produttori di The Following – Tante sono state le accuse piovute sul nuovo telefilm della FOX reo di trasmettere scene che secondo qualcuno incoraggerebbero la violenza. Secondo uno dei diretti protagonisti The Following è in sé una sorta di "servizio sociale" visto che getta una luce su alcune tematiche oscure ed è solo iniziando a parlare di queste ultime che ha inizio la comprensione:
Il melodramma esiste da sempre sin da Eschilo nel 500 AC; sono stato recentemente immerso in una lettura di Sofocle qualche settimana fa e ho immaginato la scena di Edipo che si cavava gli occhi. Senza dimenticare Gloucester nel "Re Lear", i cui occhi sono stati strappati, gettati e sparpagliati sul pavimento. Abbiamo sempre visto delle scene violente, in tv ne traggono dei telefilm, si gioca a Call of Duty, ma questo c'entra direttamente con le tragedie a cui l'America deve far fronte ogni anno? Bisogna far qualcosa per evitarle, non voglio che ci vada di mezzo improvvisamente mio figlio o il figlio di qualcun altro. Bisogna creare delle "infrastrutture sociali", spendere soldi nella cura delle persone e soprattutto in quella mentale. Cosa sarebbe successo se l'autore della sparatoria nella scuola elementare Sandy Hook avesse avuto le giuste cure mentali? Nessuno può dirlo, ma forse qualcosa sarebbe cambiato. E le persone invece di preoccuparsi dei suoi comportamenti allarmanti prima del fatto si focalizzano sull'arma che ha rubato a sua madre, è assurdo.
Si ritorna a parla di The Following e come afferma l'attore inglese, sembra che ci sia da aspettarsi davvero di tutto dai prossimi episodi: "La cosa più bella del telefilm è che non c'è da fidarsi di nessuno. Tutti hanno dei segreti, davvero tutti e la bravura di Carroll è che riesce, con un metodo quasi tecnico-scientifico, a scovare i segreti e le debolezze delle persone".