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Ivano da Rocca di Papa ha detto qualcosa di sinistra

Lo sfogo antifascista del manifestante presente a Rocca di Papa a In Onda diventa virale in poche ore. Porta con sé un messaggio di pancia, istintivo, uno sfogo di segno opposto a quella piazza che la televisione ha spesso raccontato negli ultimi anni, fatta di intolleranza e chiusura. Chissà che l’opposizione non se ne accorga.
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A cura di Andrea Parrella
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Se fossimo stati negli anni Novanta, il signor Ivano di Rocca di Papa sarebbe finito dritto tra i protagonisti della rubrica di Mai dire Gol "All'improvviso uno sconosciuto", il personaggio comune che diventa eroe del giorno per effetto del mezzo catodico. Nella notte del 28 agosto, all'improvviso, un manifestante presente a Rocca di Papa soddisfa la richiesta di Nanni Moretti rimasta inascoltata sin dai tempi di Aprile – quella di dire qualcosa di sinistra – attaccando il gruppo di estrema destra presente a Rocca di Papa per opporsi all'arrivo dei migranti sbarcati dalla Diciotti. Imbraccia l'arma della favella e, senza perdersi nei fronzoli dell'uscita dalla propria area di rigore con il fraseggio stretto e la trama di passaggi palla a terra, fa un gesto che somiglia a quello del difensore dai piedi un po' legnosi, il quale decide di evitare il pericolo avversario del gol all'ultimo minuto sparando il pallone in curva, con tanto di ovazione.

C'è un gruppo di fascisti, stanno qui per manifestare, sono contro la venuta di questi poracci, che oltre a essersi fatti la traversata e dieci ore di pullman, quando arrivano qua si devono gode' pure sta rottura di coglioni dei fascisti che stanno da quell'altra parte, quelle dieci o quindici persone che stanno di là.

Con questo piccolo capolavoro di spontaneità il signor Ivano riesce nella doppia impresa di dire qualcosa di sinistra e finire involontariamente nel flusso di un processo di viralizzazione. Il video del suo sfogo, andato in diretta a In Onda su La7, rimbalza in poche ore su centinaia di profili Facebook, generando l'effetto dell'elezione d'ufficio di Ivano a simbolico leader di opposizione all'attuale governo in carica.

Iperboli a parte, cosa c'è di significativo in questo breve video? In un momento storico nel quale sembra definitivamente sdoganata l'intolleranza verso posizioni  cosiddette moderate e di buon senso (o buoniste), a determinare la propagazione online di questo video c'è innanzitutto una frase di pancia, istintiva, derivata tuttavia da un principio di segno radicalmente opposto sui macrotemi dominanti nelle piazze e nei bar negli ultimi anni. La rabbia, il malcontento, l'urlo di chi non ne può più, paiono concetti universalmente accostabili a tutta una serie di posizioni assorbite da tendenze sovraniste e nazionaliste. L'uscita del signor Ivano dimostra che esiste una rabbia in controtendenza, prova che c'è una parte della piazza altrettanto furiosa e allergica all'intolleranza, che è tuttavia orfana di rappresentanza. Ecco perché lo sfogo è articolato con linguaggio impulsivo, aggressivo, urlatorio, a suo modo violento e tipico della linea espressiva della parte a lui avversa: di fatto, nessuno è riuscito a trasmettergli una linea argomentativa alternativa per affermare questi principi.

Il ruolo della tv nel racconto della piazza

E questo video virale non poteva che arrivare dalla televisione, il medium più adatto a dare voce alla piazza grazie al potere della diretta. Ricompensata dagli ascolti, la tv ha dato più che mai voce "alla gente" negli ultimi anni, contribuendo al germogliare di quel comune sentire che i gruppi politici di maggioranza hanno saputo capire e interpretare meglio di altri. Luca Telese e David Parenzo, con "In Onda, hanno vissuto un'estate complessa ma giornalisticamente avvincente, chiamati a discutere spesso delle uscite controverse e discusse del governo, a chiarire al pubblico la linea comunicativa di un esecutivo nato poche settimane prima dell'inizio del programma. Questa edizione del programma viene premiata involontariamente con il primo, involontario, messaggio virale di sinistra da molto tempo a questa parte, che forse i conduttori e molti telespettatori avrebbero preferito ascoltare da qualche rappresentante dell'opposizione.

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