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In Rai con una maglietta pro Ong, Pino Schirripa: “Allontanato da Gigi Marzullo, questa è censura”

Pino Schirripa, docente di Antropologia alla Sapienza di Roma, denuncia di essere stato allontanato da Gigi Marzullo a pochi minuti dalla registrazione del programma Rai “Cinematografo”. La sua colpa? Avere indossato una t-shirt con su la frase “Mediterranea saving humans”. “Mi è stato detto che non avrei partecipato al programma se non l’avessi tolta, ho risposto che non accetto censure” denuncia.
A cura di Stefania Rocco
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Pino Schirripa, docente di Antropologia alla Sapienza di Roma, denuncia quanto presumibilmente accaduto dietro le quinte del programma Rai “Cinematografo” condotto da Gigi Marzullo. L’accademico sarebbe stato allontanato dal conduttore dopo essersi rifiutato di togliere la t-shirt che indossava, una maglietta con su la scritta “Mediterranea saving humans”. I fatti risalgono a giovedì mattina quando Schirripa si è recato negli studi Rai di via Teulada per registrare il programma condotto da Marzullo. Sulla maglietta campeggiava il logo della Mediterranea, la Ong che si occupa del salvataggio in mare dei migranti che provengono dalle coste africane. Dopo avere rifiutato di toglierla, racconta a Repubblica di essere stato allontanato:

Al momento di entrare in studio, già con il microfono addosso, prima alcuni addetti dello staff poi lo stesso Marzullo mi hanno chiesto di togliere la maglietta. Mi hanno detto che in Rai non si possono esibire loghi commerciali. Ho risposto che il marchio era semplicemente umanitario: insomma, non ero lì a vendere prodotti. (Marzullo avrebbe detto, ndr) che non avrei partecipato alla trasmissione se non avessi tolto la maglietta. Ho risposto che non avrei accettato censure. Così, sono stato accompagnato fuori. Con la solidarietà di tanti tecnici della Rai che sono venuti a stringermi la mano. Lì, davanti a tutti. Alcuni mi hanno invitato a raccontare sui social quello che è successo e a riferire che sono dalla mia parte.

Una provocazione

Schirripa ammette senza mezzi termini che la sua voleva essere una provocazione. Il lavoro delle ONG è un tema di discussione più che mai attuale, tornato con forza sulle prime pagine dei maggiori organi di stampa proprio in queste ore con il caso della Sea Watch 3. L’accademico aggiunge: “L'ho fatto apposta. Volevo capire se oggi è ancora possibile far passare messaggi di umanità, specie quando abbiamo negli occhi le immagini della Sea Watch. Salvare le vite umane è un concetto semplice, che non può essere messo in discussione. E invece è diventato quasi un argomento pericoloso da affrontare. Poi ognuno, per carità, si tiene le proprie convinzioni sulle politiche dell'immigrazione. Insomma, ci rendiamo conto che stiamo discutendo del fatto se sia corretto o meno esprimere il proprio pensiero”.

Come la tv tratta il fenomeno dell’immigrazione

Schirripa lavora da tempo sul fenomeno dell’immigrazione, non ci sarebbe alcuna logica di partito a muoverlo: “Lavoro sulla tematica dei migranti, ho in corso una ricerca sugli immigrati di seconda generazione. Sono stato in Etiopia e in Ghana, per capire dove nasce il fenomeno. Insomma, ho sensibilità anche professionale verso questi argomenti. Detto ciò, non credo di essere un pericoloso estremista, non ho tessere di partito in tasca. Mi sono candidato una sola volta 30 anni fa, c'era ancora il Pds. Poi, sì, partecipo a dibattiti e incontri sull'immigrazione, come chiunque altro abbia qualcosa da dire. Non cerco la celebrità”. Lo scontro con Marzullo in Rai lo avrebbe lasciato preda di più di un quesito:

L'umanità, evidentemente, non ha diritto di cittadinanza in televisione. Mi chiedo perché un politico può andare davanti alle telecamere esibendo la scritta "ruspe sui rom" sulla felpa e io non posso indossare la maglietta di Mediterranea. Il sovversivo sono io? È proprio uno strano paese, il nostro.

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