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Il Trio Medusa ha bisogno di una scrivania, che qualcuno gliela dia!

Il Trio, finita la stagione di “Quelli che..” prosegue la propria avventura su Raidue con Italia Coast2Coast. E’ un format lodevole per gli intenti, su cui grava il peso della voglia di centralità del trio: stare in piedi non gli si addice, mentre una scrivania defilata esalterebbe le loro grandi qualità.
A cura di Andrea Parrella
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Il trio Medusa abbandona al suo destino il primo mattino di radio Deejay per dedicarsi a Italia Coast2Coast. Cavalcano giustamente il momento, perché se è vero che gli ascolti di Quelli che il calcio abbiano disatteso le aspettative risultando scarsi,  è altrettanto veritiero che la domenica pomeriggio gli garantisca la possibilità di recuperare quel feeling con il pubblico televisivo generalista, che s'era affievolito dopo l'uscita da le Iene di qualche anno fa. Il loro nuovo  show televisivo del giovedì di Raidue lascia un po' a desiderare, per un insieme di fattori difficilmente estrapolabili singolarmente.

I loro ritmi radiofonici, è assodato che la radio sia nelle loro corde, non sposano il piccolo schermo, non c'è la componente alchemica che amalgama contenuti confusi, caotici, comunicando a primo impatto un'idea di fondo poco vincente e innovativa. In Tv sono meno irriverenti, più insicuri nella presentazione, non sono a loro agio e questo si nota proprio dalle movenze, dagli atteggiamenti. Dietro ad una scrivania sono decisamente molto più pimpanti, che fosse quella de Le Iene o di Quelli che il calcio. E' probabile che, oltre che un amuleto, la scrivania li tranquillizzi, li veicoli mentalmente in una situazione più familiare, informale, lì dove riescono a dare il meglio: quando stanno in piedi, quando si ergono, si afflosciano, inesorabilmente.

Ma resta da elogiare, oltre che la buona volontà, l'idea di base del programma, essendo il trio volontariamente impegnato nella continua ricerca di fenomeni web e locali: gli va riconosciuto di essere al passo coi tempi e rimanere in contatto in maniera molto arguta con la propria comunità di followers, quelli che poi inviano segnalazioni, cioè che fanno il lavoro sporco. E ieri hanno dedicato uno spazio anche ai The Jackal, artefici del tormentone Lost in Google. Questo animo filantropico è forse l'unico punto di similitudine, a parte il numero dei componenti, con la Gialappa's band. al contrario c'è da tempo una corsa sfrenata a descrivere il Trio Medusa comparandolo alla storica triade di Mediaset. Non ci sono i presupposti per paragonarli, mancano sulla base degli obiettivi cui il Trio Medusa ambisce, che sono diversi da quelli che i Gialappi hanno sempre rispettato: far di tutto per rimanere in seconda linea.

L'assenza fisica dallo schermo è sempre stata la forza degli artefici del "Mai dire", davano il meglio di sé in posizione defilata (si parla al passato essendosi afflosciati anch'essi, ma per motivi fisiologici di usura); usavano chi stava davanti allo schermo come il proprio braccio. Al contrario, l'impressione è che il Trio Medusa interpreti la posizione defilata come un sottoprodotto, e non un'alternativa valida, del centralismo cui ambiscono: sembra vogliano fare i goleador, non accontentandosi di essere validissimi assist-men. Epperò, forse, farebbero meglio a riflettere sulla loro predisposizione al non protagonismo. Non per imitare o seguire le orme della Gialappa, ma semplicemente per assecondare le loro qualità.

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