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“Il supplente” è un programma semplice e sincero, esalta il vero senso della scuola

Roberto Saviano e Mara Maionchi primi supplenti straordinari del programma di Rai2 che sorprende per la semplicità e l’efficacia dell’idea di fondo che lo anima. Vasta e non casuale la partecipazione sui social, ma la domanda è spontanea: perché mandare in onda un format che parla di scuola proprio nel mese in cui le scuole chiudono?
A cura di Andrea Parrella
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A giugno inoltrato, quando la stagione televisiva si avvia alla conclusione per cedere il passo al periodo estivo, Rai2 lancia un programma interessante, che potrebbe fare da apripista a future sperimentazioni. "Il supplente", prodotto dalla Palomar di Carlo Degli Esposti, partiva con un certo scetticismo come aggravante. Il motivo è sostanzialmente il genere su cui si basa lo sviluppo del programma, il factual, una tipologia che racconta fatti, situazioni e persone reali, riprendendoli proprio mentre una circostanza avviene.

Il rischio per questi programmi è inciampare in una scrittura ingombrante e affaticata, che appesantisce la resa, portando a un risultato poco credibile e comportamenti forzati da parte dei protagonisti. Era quanto accadeva con "Il Collegio", per certi versi anche "Boss in Incognito", programmi proposti da Rai 2 negli ultimi anni.

Con "Il supplente" questa sensazione sparisce. Le prime due lezioni dei docenti straordinari Roberto Saviano e Mara Maionchi (ci saranno Enrico Mentana, J Ax e Flavio Insinna nelle prossime puntate) sono fluide, vere, gli studenti passano dall'effetto sorpresa e l'imbarazzo di trovarsi davanti a due personaggi famosissimi, alla curiosità pura di sapere che cosa avranno da dir loro. La loro partecipazione, la vitalità che li anima, è autentica, non ha nulla di posticcio e vincolato dalla circostanza. La scrittura del programma c'è, è lineare e semplice, le telecamere spariscono e si innesca un processo di grande partecipazione da entrambe le parti. Cos'altro dovrebbe essere la scuola se non questo?

Un programma rivolto a tutti, ma soprattutto ai ragazzi, che oltre a guardarsi allo specchio possono davvero capire qualcosa di se stessi e dei docenti. E a questo proposito non si può fare a meno di pensare che si potesse trovare un periodo più adatto di metà giugno (settembre con l'inizio delle scuole?) per la messa in onda di un programma televisivo che parla di scuola e di studenti. Sarà curioso capire ndlle prossime puntate quanto pesi la personalità del supplente in cattedra e se il programma riuscirà sempre a conservare equilibrio nel dare eguale spazio al supplente e agli studenti.

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