Il servizio sessista sui mondiali di calcio femminile che ha indignato i francesi
Nelle ultime settimane il calcio femminile ha invaso la discussione pubblica quotidiana grazie ai mondiali che si stanno disputando in Francia. Ma a quanto pare anche all'ombra della Tour Eiffel, in televisione, c'è qualche problema nel racconto di una disciplina sportiva tradizionalmente associata agli uomini, almeno in Europa. Nei giorni scorsi al di là della Alpi si è scatenata una enorme polemica per un servizio sul calcio femminile realizzato dal giornalista di TF1 Michel Izard, pesantemente condizionato da frasi ritenute sessiste da buona parte dell'opinione pubblica.
Qual è il problema del servizio di Tf1
Mentre scorrono immagini a rallentatore di atlete impegnate sul campo Izar, evidentemente alla ricerca du un effetto evocativo e poetico, perde il controllo della sua retorica pronunciando frasi come "Con dei gesti così delicati è comprensibile come qualcuno sogni di essere al posto della palla", o ancora "ma l'essenziale in questo gioco è, come per i maschi, lavorare a maglia sul prato. Un punto da una parte, un punto dall'altra". Parole ricercate appositamente per giocare su un luogo comune tipicamente femminile utilizzandolo un'espressione, quella del lavorare a maglia, che in ambito calcistico viene utilizzata anche per gli uomini, nel suo indicare simbolicamente lo scopo di una squadra di tessere una trama di gioco. Il risultato, però, non è stato quello sperato.
Si parla di un servizio andato in onda nel corso del telegiornale più visto in Francia, condotto dal popolarissimo mezzobusto Jean-Pierre Pernaut, tra i volti più noti del giornalismo televisivo transalpino. Fattori che hanno ingigantito la gravità del fatto. Un caso probabilmente isolato e involontario che ha però trovato fonte di enorme riverbero sui social network. A sollevare la polemica è stato il giornalista Manuel Vicuña, che ha sottolineato la presunta inadeguatezza delle parole utilizzate da Izard nel servizio: "La coppa del mondo femminile vista dal telegiornale di Pernaut", ha scritto il giornalista postando il video su Twitter.
Migliaia i commenti e le interazioni generate, per lo più orientate a sottolineare il sessismo e la misoginia contenute nelle parole di Izard tanto che pochi giorni dopo lo stesso girnalista, nel commentare il polverone sollevato, si è scusato riconoscendo l'errore commesso: "Bisogna ammettere che questo servizio non va bene, è mal fatto ed è esattamente l'opposto di quello che intendevo fare. Sono devastato".
Pur facendo i dovuti distinguo, la notizia non può non ricordare quanto accaduto in Italia pochi mesi fa, quando Fulvio Collovati venne sospeso dalla Rai per alcune settimane dopo essersi lasciato scappare una frase piuttosto grave in diretta a Quelli che il calcio: "Quando sento parlare una donna di tattica mi si rivolta lo stomaco". Ma è anche un caso utile a porsi alcune domande su come in queste ultime settimane si stia trattando il boom improvviso del calcio femminile, affrontato prevalentemente nell'ottica di un confronto continuo con la versione maschile, anziché come una disciplina a sé.