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Il ritorno di David Letterman: “Vorrei intervistare Donald Trump”

Il conduttore storico, assente dalla tv dal ritiro del 2015, parla del neo presidente: “Non lo abbiamo preso sul serio, se potessi passerei una mezz’ora con lui per parlare dei fatti”. Poi qualche critica all’erede Fallon: “Non voglio contestarlo, ma io lo avrei intervistato diversamente”.
A cura di Andrea Parrella
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David Letterman non è più in attività dal 2015, quando con una trionfale ultima puntata del suo Late Show, salutò i telespettatori americani (e non solo) per sempre. Il suo ritiro è stato inderogabile, senza passi indietro e Dave è quasi del tutto scomparso dalla scena pubblica, salvo la possibilità di concedersi delle interviste, come fatto oggi con il New York Magazine. Letterman, con la sua barba bianca sempre più lunga, si è concesso la possibilità di parlare della sua vita privata, ma soprattutto di fare un'amara riflessione sugli sviluppi della vita politica degli Stati Uniti negli ultimi mesi. Manco a dirlo, si è parlato per forza di cose di Donald Trump e lui non ha nascosto un certo pentimento, oltre che un atteggiamento duro nei confronti dell'attuale presidente e di chi, negli ultimi mesi, abbia probabilmente fatto poco per metterlo a nudo e raccontarlo per ciò che fosse, o semplicemente raccontare della sua ascesa al potere, del tutto inaspettata.

"Ho sempre pensato a lui come a una persona simpatica, divertente. Probabilmente non lo abbiamo mai preso sul serio," dice Letterman, che più volte in passato ha intervistato The Donald, ammettendo di averlo sottovalutato, di non aver capito. Ma aggiunge anche di aver parlato con una persona a lui vicina mesi fa, quando la presidenza non si era ancora materializzata, il quale gli riferì che "Trump non avrebbe mai corso realmente per la presidenza e che stava tutto meramente a scopo pubblicitario.

La critica all'erede Jimmy Fallon

Il conduttore adora la sua vita da "pensionato", ma non ha negato che vorrebbe avere la possibilità di passare un'ora e mezza con il presidente per poterlo intervistare sui fatti, fare quello che molti non hanno fatto nei mesi di campagna elettorale, compreso uno dei suoi eredi, ovvero Jimmy Fallon, il quale intervistò Trump due mesi prima delle elezioni:

Non voglio criticare Fallon, ma posso dire quello che avrei fatto io in quell'occasione, ovvero gli avrei chiesto "Donald, non ti senti stupido per aver fatto questo? Chi è questo stupido Steve Bannon e perché lei vuole un suprematista bianco come consigliere?".

Letterman chiude affermando di essere stanco di tutti coloro che si lamentano e che criticano la nuova presidenza: "Sono stanco di coloro che si dicono sorpresi per qualsiasi cosa dice. Dobbiamo smetterla e trovare invece modi per difenderci da lui. Sappiamo che è pazzo e dobbiamo occuparci di noi stessi".

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