Il ricordo di Stefano D’Orazio a Domenica In, Mara Venier: “Sono rimasta senza parole”
La puntata di Domenica In si apre nel ricordo di Stefano D'Orazio, lo storico batterista dei Pooh scomparso lo scorso 6 novembre all'età di 72 anni, stroncato dal Coronavirus. La padrona di casa Mara Venier molto commossa ha spiegato: "Venerdì sera squilla il mio cellulare sul tardi, era Red Canzian. Non ho risposto subito, mi è arrivato un messaggio di Red che scriveva ‘chiamami subito, è successo qualcosa di terribile. Mi ha dato questa notizia terribile: ‘E' morto Stefano'. Sono rimasta senza parole e nemmeno lui riusciva a parlare".
Il ricordo di Red Canzian e Roby Facchinetti
In collegamento con Mara Venier c'è Red Canzian, membro dei Pooh, che ricorda l'amico con affetto e dolore anche a Domenica In: "È un virus bastardo, nessuno si merita questo: uccisi da un virus come animali, non abbiamo potuto fare niente", spiega. "Stefano era fantastico per il suo modo leggero di interpretare la vita", racconta. E ricorda i momenti della sua carriera vissuti al suo fianco: "Quando sono arrivato aveva poco più di 22 anni, siamo cresciuti insieme, abbiamo sofferto, imparato. Abbiamo seppellito i nostri genitori, loro c'erano in prima linea: eravamo una famiglia, abbiamo passato la vita insieme", racconta Red commosso. Roby Facchinetti racconta gli ultimi momenti insieme: "Un uomo speciale. Una straordinaria generosità, è nel cuore di tutti. Ieri sono stato da solo, volevo solo stare in silenzio e piangere".
Il ricordo di Paolo Ruffini a Domenica In
In collegamento per Stefano D'Orazio c'è anche Paolo Ruffini, l'attore toscano che ha iniziato la carriera in teatro condividendo con lui molti momenti. "Io ho la sensazione che non se ne sia andato un uomo di 72 anni, ma un adolescente", spiega. Era proprio il suo spirito fanciullesco a renderlo un grande uomo: "Il suo entusiasmo adolescenziale per me era una fonte di ispirazione". I due hanno lavorato insieme sul palco: "Io ero un attore indisciplinato", racconta Ruffini, "lui mi ha lasciato una libertà assoluta e poi siamo diventati amici. Stefano era un ragazzino che mi ha ricordato come questo lavoro si può fare bene giocando".