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Il presidente dell’Odg contro la D’Urso: “Il Garante della Privacy intervenga”

L’8 maggio, Barbara D’Urso si è occupata della morte di Stefania Amalfi. In collegamento, c’erano sia i familiari della donna, che il marito accusato di omicidio. Il confronto è stato decisamente acceso. Enzo Iacopino ha scritto una lettera al Garante della Privacy perché sono state divulgate “informazioni personali che non rientrano nel diritto di cronaca”.
A cura di D.S.
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Lo scorso 8 maggio, Barbara D'Urso si è occupata del caso di Stefania Amalfi. La donna è stata trovata agonizzante nel suo letto ed è morta poco dopo. Secondo il marito Alessandro Argenziano, la ventottenne si sarebbe suicidata. I sospetti, però, sono ricaduti proprio su di lui che attualmente è indagato per omicidio. La presentatrice di Pomeriggio 5 aveva in collegamento sia l'uomo, che i familiari della Amalfi. Tra loro c'è stato uno scontro acceso.

In queste ore, il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, ha scritto una lettera al Garante della Privacy. Nella missiva, riportata dal "Secolo XIX" si legge:

"Gentile Presidente, l'8 maggio 2015 nel corso della trasmissione televisiva "Pomeriggio 5" di Canale 5 andata in onda dalle ore 17:40-18:30 nell'ambito del "caso di Alessandro (presunto colpevole di omicidio) e di Stefania (presunta vittima dell'omicidio)" sono stati trattati argomenti e temi evidentemente inadeguati per la fascia ma soprattutto per i contenuti.  La conduzione delle interviste, in contraddittorio tra i parenti della defunta e del presunto colpevole, è stata effettuata dalla Signora Barbara d'Urso senza la presenza di alcun giornalista. Nel programma sono state indicate, tra l'altro, abitudini e pratiche sessuali dei "personaggi" coinvolti, violenze sessuali di cui la defunta sarebbe stata oggetto in precedenza da parte di congiunti/affini, citati referti medici e loro autori nonché persone terze estranee alla vicenda".

Infine, ha richiesto all'Autorità di intervenire:

"Conoscendo la sensibilità del Garante, da ultimo con la nota n. 13081/99338 del 4 corrente mese relativa all'arresto di Massimo Giuseppe Bosetti, per il quale l'Ordine dei giornalisti ha attivato tutte le iniziative di competenza, alla luce delle segnalazioni e sollecitazioni pervenute circa la trasmissione di cui si tratta, si ha motivo di ritenere che non mancheranno da parte di codesta Autorità, indipendentemente dalla posizione di notorietà o dal rilievo pubblico dei personaggi interessati, ovvero dal clamore mediatico del caso, le iniziative necessarie per l'applicazione, che prescinde dalla iscrizione all'Albo, della "particolare disciplina di cui agli artt. 136 -139 del codice per la protezione dei dati personali (d.lgs. 30 giugno 2003 n.196) – tesa a contemperare il diritto all'informazione la libertà di stampa con i diritti della persona, in particolare quello alla riservatezza" come si legge citata nota, nonché a proibire la divulgazione di informazioni personali e sensibili che non rientrano nell'esercizio legittimo del diritto di cronaca. Si conferma la disponibilità a fornire la documentazione relativa alle segnalazioni pervenute. Cordiali saluti. Enzo Iacopino”.

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