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Il “pezzotto” dilaga, la Campania è la regione in cui la pirateria è più diffusa

Da un’indagine della Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali emerge che sono circa 4,6 gli italiani che guardano illegalmente eventi di pay tv pagando un abbonamento mensile per il cosiddetto “pezzotto”. Un business da 200 milioni l’anno su cui ha messo le mani la criminalità organizzata. Campania, Puglia, Sicilia, Lombardia le regioni più interessate.
A cura di Andrea Parrella
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Una pratica irregolare sempre più diffusa, quella degli italiani che guardano illegalmente gli eventi sportivi grazie allo strumento di quello che è stato comunemente definito "pezzotto". Stando ai dati divulgati da un'indagine del Fapav (Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali), sono 4,6 milioni quelli che seguono eventi sportivi di svariato tipo attraverso abbonamenti illegali, per un giro d'affari che ammonta a circa 200 milioni di euro l'anno. E il mondo delle pay tv pirata è nelle mani della criminalità organizzata, che individuato uno spazio, si è immadiatamente infiltrata nel business illecito.

Gli abbonamenti piratati, emerge ancora dai dati, sono 2 milioni solo in Italia, mentre si attestano a 21 milioni i singoli atti annuali di pirateria per eventi di sport live. Tra questi ci sono tutte le più popolari discipline sportive, dal tennis alla Formula 1, passando per la MotoGp, ma come prevedibile lo sport più saccheggiato da visioni pirata è il calcio, con il 75% di eventi piratati. Si tratta di un fenomeno allarmante soprattutto in alcune zone dell'Italia. A guidare la classifica negativa a livello regionale è la Campania (non a caso "pezzotto" è una parola di uso comune in napoletano per indicare qualcosa di taroccato, fasullo), seguita da Puglia, dalla Sicilia, dal Lazio, Lombardia e  Calabria. La più virtuosa tra le regioni risulta essere la Liguria.

La casistica in italia ha già previsto sanzioni e arresti anche per i "clienti" del sistema, come accaduto a un cittadino palermitano nel 2017. Ed è proprio su questo aspetto di responsabilità che fa leva con durezza l’Amministratore Delegato della Lega di Serie A, Luigi De Siervo, che intervenendo ad un pubblico evento ha così commentato:

“La pirateria danneggia il nostro calcio. E’ controllata dalla criminalità organizzata. Inutile che il nostro calcio si lamenti di non poter comprare campioni o rinnovare gli stadi: i primi colpevoli siamo noi e i pirati“

A parlare del tema è stato anche il presidente della Lega di Serie A Micciché, che ha commentato il tema così:

Il fenomeno è crescente e investe tutto il Paese, ci sono zone dove ha attecchito maggiormente rispetto ad altre, dobbiamo fare un sistema e far percepire a chi utilizza questi decoder che sta compiendo un reato vero e proprio, punito dalla legge con la reclusione e forti multe. Chi guarda le partite attraverso questi sistemi è paragonabile a chi entra in un supermercato ed esce con della merce senza pagare. Le recenti sentenze della Corte di Giustizia inglese che ha comminato 17 anni di prigione a chi si è macchiato di pirateria fanno capire che il problema è globale e che va affrontato con la massima severità. Siamo da tempo in prima linea per affrontare questa piaga e abbiamo sempre monitorato questi flussi che negli ultimi tempi sono drammaticamente aumentati: i criminali hanno sfruttato l’evoluzione tecnologica per diffondere le IPTV illegali.Ora anche noi abbiamo a disposizione degli strumenti migliori per intervenire, individuando in tempo reale le trasmissioni illegali insieme alle tv che acquistano i diritti”.

Che cos'è il pezzotto

Per gestire questo business le organizzazioni criminali si sono organizzate strutturando una rete di server collocati anche all’estero, soprattutto in Olanda. Ma cos'è esattamente il pezzotto? La differenza con le schede pirata per la tv satellitare, quelle che circolavano al tempo di Tele+, è che ad essere piratato è il segnale IPTV (Internet Protocol Television), quello stesso segnale utilizzato per poter guardare SkyGo, DAZN o Netflix. Il “pezzotto” consente di intercettare quel segnale e non è un caso che il dilagare sia giunto di pari passo con l'emergere delle IPTV. D'altronde, oltre allo sport, il fenomeno della pirateria riguarda soprattutto film e serie tv. Dettaglio fondamentale, che tiene in piedi il business illegale: il pezzotto non è gratis, per avere il codice si paga un canone mensile (o annuale) che però in rapporto alla quantità pressoché sterminata dell’offerta garantita con questo sistema diventa del tutto irrisorio.

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