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“Il Miracolo”, querelato Ammaniti dalla famiglia proprietaria della Madonnina di Civitavecchia

Il regista e autore della serie prodotta da Sky è stato querelato per diffamazione dalla famiglia Gregori, cui nel 1995 venne donata la statua che stillò per ben 14 volte lacrime di sangue. La responsabilità di Ammaniti starebbe nell’aver affermato in un’intervista che quel caso fosse un falso e che le lacrime stillate fossero di sangue di pollo. Varie indagini, al tempo, dimostrarono invece che si trattava di sangue umano.
A cura di Andrea Parrella
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Quasi 25 anni dopo torna d'attualità la Madonnina di Civitavecchia, misterioso caso risalente agli anni Novanta, quando una statua raffigurante la Regina della Pace stillò quattordici volte lacrime di sangue. Per quanto la Chiesa Cattolica non si sia mai pronunciata in merito alla questione, fu grande lo scalpore nel 1995 ed oggi se ne torna a parlare dopo la messa in onda dell'ultima puntata de "Il Miracolo", la serie tv di Niccolò Ammaniti, in cui c'è un richiamo piuttosto chiaro a quella vicenda.

Una querela per diffamazione è stata indirizzata all'autore e regista della serie mandata in onda da Sky, a causa di un'intervista nella quale definì quello della Madonna di Civitavecchia come "un falso", sostenendo dalla statua fossero fuoriuscite "lacrime di pollo". L'atto è stato depositato da Fabio Gregori, in rappresentanza della famiglia di Civitavecchia proprietaria della statua, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Civitavecchia. Nell'accusa, come riportano le agenzie di stampa in queste ore, si può leggere: "Quanto affermato dall'Ammaniti, forse cercando di riaccendere i riflettori su una vicenda che ebbe un fortissimo eco mediatico e dunque sperando di poter fare più pubblicità alla sua serie tv, ha riaperto una ferita che io e la mia famiglia credevamo chiusa. Ciò sta provocando in me un fortissimo senso di malessere, sto rivivendo l'orrenda sensazione di sentirmi accusato di qualcosa ben sapendo di essere innocente".

Il riferimento nella serie Sky

L'incipit della serie televisiva prodotta da Sky e strutturata su otto episodi parte da un’operazione di polizia, durante la quale viene ritrovata una statuetta di plastica della Madonna che piange sangue. Un enigma per il quale non c’è risposta, che tuttavia rischia di generare panico e far impazzire e deragliare le vite di tutti quelli che entrano in contatto con i fatti relativi alla statua. L'accusa da parte di Gregori, la cui querela si basa sull'articolo 595 del codice penale, continua così: "Gli eventi sopra richiamati hanno costretto me e la mia famiglia a subire un lungo calvario anche giudiziario nonché spesso ad essere sottoposti alla gogna mediatica".

A proposito del sangue, inoltre, Gregori smentisce le parole di Ammaniti, sottolineando come, all'epoca dei fatti, il sangue ritrovato sulla statua fosse umano. Infine Gregori sottolinea un altro elemento controverso della serie, che "inizia proprio all'interno di un covo di un boss della ‘ndrangheta", ricordando come all'epoca l'avvocato dei Gregori fosse "contemporaneamente impegnato professionalmente presso la Dda di Catanzaro".

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