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Il mago Tony Binarelli oggi compie 81 anni: “Temo solo la malattia. Amadeus invitami a Sanremo”

Tony Binarelli festeggia il suo ottantunesimo compleanno. Il prestigiatore, nato il 16 settembre 1940, si è raccontato in un’intervista rilasciata a Fanpage.it. Con la sua magia ha impreziosito i programmi di Corrado, Mike Bongiorno e Pippo Baudo e ha affascinato personaggi del calibro di Federico Fellini. Al suo fianco, in questo straordinario cammino, la moglie Marina, che conquistò con uno dei suoi giochi di prestigio.
A cura di Daniela Seclì
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Il 16 settembre, Tony Binarelli compie 81 anni. In occasione del suo compleanno, il prestigiatore originario di Roma si è raccontato su Fanpage.it. Aveva 13 anni quando, durante un’estate funestata dalla bronchite, ha iniziato a coltivare la sua passione per la magia. Crescendo, ha preso un diploma di ragioniere e ha trovato lavoro presso una ditta automobilistica, lasciando che l'arte della prestigiazione restasse una musica di sottofondo. Dopo circa 14 anni da impiegato, però, ha mollato tutto e ha seguito la scia luminosa dell'illusionismo, facendo il primo passo di una lunga carriera artistica.

Dagli anni ’70 agli anni ’90, ha incantato gli spettatori con i suoi giochi di prestigio. Con numeri conditi di umorismo ha impreziosito i programmi di Corrado, Mike BongiornoPippo Baudo fino a presenziare a Buona Domenica dal 1991 al 1995. Numerose le ospitate in Rai e Mediaset e le performance dal vivo in giro per l’Italia. Al suo fianco, la moglie Marina, conosciuta quando aveva 19 anni e conquistata con uno dei suoi magici trucchi. Oggi non gli dispiacerebbe tornare in tv, ma aspetta l’occasione giusta. Ecco cosa ci ha raccontato.

Innanzitutto, come sta?

Bene, grazie. Anzi benino. Io non dico mai bene, è una via di mezzo. Diciamo che vivo tranquillamente.

Direi di partire dal principio. La sua passione per la magia è nata nel 1953. Si ricorda come tutto ebbe inizio?

È stato casuale. Avevo 13 anni ed ero in villeggiatura a Follonica con la mia famiglia. Presi la bronchite. Il medico disse che potevo stare al mare, ma non fare il bagno. La cosa mi aveva reso nervoso, una specie di vipera. Mia mamma, per farmi stare tranquillo, mi comprava qualsiasi cosa. In un negozietto di quelli di mare, dove trovi dagli zoccoli e i costumi da bagno ai giornali, vidi in cima a uno scaffale un libro illuminato da un raggio di sole. Mi attirò, perciò mi arrampicai e lo presi. Caddi con tutto lo scaffale e con il libro in mano.

Qual era il libro?

L’emulo di bosco di Romanoff: un libro di giochi di prestigio scritto da un prestigiatore dell’epoca. Lì è nata una passione. Da allora ai miei parenti dicevo: “Per Natale non fatemi regali, datemi soldi”. Così cercavo altri libri, altro materiale per seguitare a studiare.

Mike Bongiorno e Tony Binarelli
Mike Bongiorno e Tony Binarelli

Qualche anno più tardi, ha deciso di lasciare il lavoro da impiegato in una casa automobilistica e dedicarsi a tempo pieno alla prestigiazione.

Un bel giorno ho avuto una crisi con l’azienda con cui lavoravo, una crisi d'affetto come nei matrimoni. A quel punto mi sono licenziato. L’unica cosa che potevo fare era il prestigiatore.

Sua moglie Marina era d'accordo?

Io le dissi: “Passare da uno stipendio fisso a fine mese a ricavi ipotetici, cambia la vita”. E lei mi propose: “Facciamo una cosa, prendi la tua liquidazione, dividiamola in dodici buste e se entro un anno vediamo che le cose vanno bene, continuiamo. In caso contrario, cerchiamo un altro lavoro”. È stata una santa donna. Mi ha guardato le spalle, mi ha supportato. Ovviamente è andata bene. Da allora faccio il professionista.

Ha portato il suo spettacolo nei programmi di Corrado, di Mike Bongiorno, di Pippo Baudo.

Tre grandi professionisti, capaci di valutare e valorizzare gli artisti che portavano con loro. Di Corrado ho un ricordo molto particolare. Proprio come me, anche lui aveva un senso dell’umorismo molto romano. Faceva delle battute e io gli rispondevo. Questa unione dovuta all’ironia, ha giocato a mio favore. Mi dava tantissimo spazio in trasmissione. Oggi un prestigiatore che passa in tv – se passa – se gli danno tre minuti e mezzo deve accendere un cero alla Madonna. All'epoca fare dodici, quindici minuti era assolutamente normale.

Pippo Baudo e Tony Binarelli
Pippo Baudo e Tony Binarelli

È mai capitato che un gioco di prestigio fatto in tv non le riuscisse?

Nella Domenica In di Corrado ho fatto un errore clamoroso di cui non si è accorto nessuno per mia fortuna. Era un gioco con i numeri. Il pubblico doveva fare alcune somme e io avevo annunciato che avrei previsto il risultato. Il numero che avevo messo nella busta, però, era totalmente sbagliato. Con uno stratagemma riuscii ad arrivare al mio numero. Non se ne accorse nessuno. Salvo Corrado.

E cosa gli disse Corrado?

“Le cose sono due: o sei un gran figlio di…, o non capisci niente di matematica”.

Lei è riuscito ad affascinare persino Fellini. Le va di raccontarmi come andò?

Aveva una grande passione per la magia e disse ad una attrice, mia amica, che gli sarebbe piaciuto conoscermi. Ci incontrammo a una cena. Mi chiese di fargli vedere qualcosa. Presi un mazzo di carte e lui: “No, no fermati”. Ha cominciato a spostare un tavolino, poi ha cambiato una luce, ha riposizionato le sedie e mi ha detto: “Adesso fai il tuo gioco”. Io gli chiesi il motivo di quello strano comportamento e lui mi spiegò: “Io voglio godere al massimo del tuo personaggio. Ti ho creato la scenografia affinché tu possa essere valorizzato”.

Non tutti sanno che ha prestato le mani a Terence Hill nella scena del film "…continuavano a chiamarlo Trinità" in cui mescolava le carte. Che ricordo serba di quell'esperienza?

Il film aveva un budget basso. Io e Terence Hill avevamo a disposizione una maglia sola. Quella maglia bucata, sudata e sporca di polvere, dovevamo scambiarcela. Lui faceva la scena, poi la maglia la mettevo io e riprendevano le mani e così, tra fisarmoniche e ventagli, sembrava che Terence Hill fosse un grandissimo giocatore. Quando fecero la prima del film al cinema, dopo la scena della partita a carte, il pubblico fece un applauso. È un momento che ho appuntato al petto, più di molte altre medaglie.

La scena del film "...continuavano a chiamarlo Trinità", le mani sono di Tony Binarelli
La scena del film "…continuavano a chiamarlo Trinità", le mani sono di Tony Binarelli

Nei suoi spettacoli era accompagnato da bellissime vallette. Sua moglie ne era contenta?

Mia moglie Marina le conosceva tutte.

Si sente in sottofondo la signora Marina sorridere e precisare: gliele facevo cambiare spesso.

Ha mai pensato di scegliere sua moglie come valletta fissa?

Meglio di no, perché se in scena avesse commesso degli errori, poi a casa la sera avremmo litigato. Oppure se nel nostro privato avessimo avuto delle situazioni di tensione, me le sarei portate in scena.

Lei ha vinto persino un Telegatto. Come mai da qualche anno a questa parte non appare più in televisione?

Questo dovrebbe chiederlo alla televisione. Ci sono meno programmi in cui il prestigiatore può avere una collocazione. L’ambiente naturale della magia è il varietà. Mi dice quali varietà ci sono? Ormai da alcuni anni la televisione è soltanto parlata…solo salotti, più o meno colti.

Le piacerebbe comunque tornare in tv?

Sicuramente sì. Aspetto un’occasione, ma che sia giusta e importante perché ormai la mia parte credo di averla fatta.

Potrebbe portare la sua magia sul palco del Festival di Sanremo 2022.

Magari! Sarebbe bello, sono d’accordo. Lo dica ad Amadeus.

Alcuni suoi colleghi si prestano ad altri contenitori. Ad esempio, Giucas Casella parteciperà al Grande Fratello Vip. Lei lo farebbe?

No. Nulla contro i reality, ma non mi ritengo adatto. Ho fatto scelte diverse, il reality non mi interessa.

Oggi com’è la sua giornata tipo?

Le racconto cosa ho fatto oggi. Dalle 11:00 alle 13:00, è venuto il fisioterapista per farmi i massaggi e tenermi in forma il corpo. Poi è tornata a casa mia moglie e abbiamo fatto un frugale spuntino. E poi ho parlato con una giornalista simpatica e sto facendo un’intervista (ride, ndr).

Come festeggerà il suo compleanno?

Con una bottiglia di champagne. Con mia moglie e una coppia di amici.

Tony Binarelli e la moglie Marina
Tony Binarelli e la moglie Marina

Il compleanno e anche un giorno di bilanci, ha qualche rimpianto?

Sì, di non avere più 40 anni. Non mi lamento, ma comunque sono ottanta.

Sento la voce frizzante ed energica della signora Marina che chiede di potere intervenire: È fortunato con una moglie così accanto (ride, ndr). Sono 52 anni di matrimonio e 9 di fidanzamento. Quando ci siamo conosciuti, io avevo poco più di 14 anni e lui 19. Negli anni c'è chi ha tentato di intromettersi nel nostro matrimonio, ma non gliel'ho data vinta. Se le basi sono buone, nessuno può riuscirci.

Come vi siete conosciuti?

Riprende la parola Binarelli: Negli anni ’60, a una festa a casa di amici, dove facevo i giochi di prestigio. Ho conquistato mia moglie indovinando il suo numero telefonico. Il giorno dopo le ho mandato tante rose quanto era la somma delle cifre che componevano il suo numero. E da lì è cominciato quello che dura ancora oggi.

A 81 anni c’è qualcosa che le fa paura?

Temo la malattia. Arrivare a non capire più niente, perdere il proprio spirito. Ecco, sì, la malattia mi fa paura.

Chi ritiene abbia le carte in regola per essere suo erede?

Ce ne sono diversi che lavorano e sono bravi, ma dipende anche dalle circostanze. Io ho avuto delle circostanze fortunate. Bisogna saperne approfittare. I treni passano per tutti, l’importante è salire su quello giusto.

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