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Il finale di “Lost” svelato dai creatori: “Non erano tutti morti sin dall’inizio”

I produttori esecutivi Damon Lindelof e Carlton Cuse negano il grande dubbio generato dall’ultima scena dell’episodio finale, con il ritrovamento dell’aereo senza passeggeri. Sul finale dicono di aver dato tutte le risposte possibile, per quanto poche.
A cura di Andrea Parrella
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Il 22 settembre del 2004, quasi dieci anni fa, andava in onda in America la puntata  pilota di Lost, che ha fatto più vittime di qualsiasi altra serie televisiva negli ultimi 20 anni. Tante lacrime per quell'ultimo episodio che commosse milioni di telespettatori in tutto il mondo, ma tanti dubbi, incertezze, pareri contrari e favorevoli. Soprattutto uno, postosi nel momento in cui si vede in uno degli episodi si vede l'aeroplano finito in mare recuperato senza alcun corpo all'interno, nemmeno quello dei protagonisti di Lost. E allora molti si chiedono, a dieci anni dalla premier di una delle serie più apprezzate di sempre: i personaggi sono morti sin dall'inizio della serie?

A toglierci il dubbio sono Damon Lindelof e Carlton Cuse, produttori esecutivi della serie, in un'intervista rilasciata a Eonline. Cuse in particolare ci tiene a precisare, che "No, non erano morti", aggiungendo che l'idea di piazzare la scena del recupero dell'aereo vuoto  alla fine dell'ultimo episodio in America non rientrava nella loro sceneggiatura,  non è stata scritta dagli sceneggiatori di Lost, bensì inserita dalla ABC per fare da “transizione morbida” dalla fine della puntata al telegiornale che sarebbe andato in onda di lì a poco. Non una loro idea dunque, che tuttavia ha suscitato l'effetto contrario, generando ulteriori polemiche e dubbi. In definitiva, dice Cuse: "I personaggi erano tutti vivi quando si sono ritrovati per la prima volta sull'isola, ma tutti morti quando si ritrovano nella scena finale, in paradiso". Carlton ha aggiunto:

All'inizio decidemmo che sebbene Lost fosse una serie che riguarda persone su un'isola deserta, in realtà, metaforicamente, riguardava persone perdute e alla ricerca di un significato e un obiettivo per le loro vite. E per questo sentivamo che il finale dovesse essere molto spirituale, e che parlasse di destino. Abbiamo avuto lunghe discussioni riguardo la natura dello show, per molti anni, e alla fine abbiamo deciso che avessimo bisogno di qualcosa che per noi significasse molto per quel che riguardava i nostri valori, ciò in cui credevamo

I due creatori svelano anche il senso dei famosi flash sideways (che in questa guida al finale Il post spiegava con una certa perizia), le situazioni di vita parallele (non alternative), di cui i personaggi sono stati protagonisti nelle ultime due stagioni della serie. E' Lindelof a rispondere che i flash sideways sono sopraggiunti nel momento in cui si era detto tutto sia con i flashback che con i flashforward e si era creata l'esigenza di raccontare situazioni non strettamente reali, ma che dalla realtà fossero in qualche modo condizionate, nelle quali i personaggi riuscissero non a risolvere, ma per lo meno ad affrontare, dando pieno sfogo, ai problemi che li affliggevano sul serio. Altra curiosità svelata dai due è su chi fosse realmente il protagonista della serie, il punto focale. E qui la risposta è a dir poco sorprendente, perché non riguarda Jack, né Sawyer, bensì Hurley, il protettore finale dell'isola.

Infine, Lindelof e Cuse non possono tirarsi indietro dall'ammettere di aver creato una serie televisiva che prevedesse tantissime domande, complesse, ma alcuna risposta fornita, per quanto il finale controverso abbia mostrato molto più di quanto alcuni si aspettassero: "Ci sentivamo come e Lost fosse una sorta di teoria del Big Bang ed ogni domanda non faceva che portare ad un ulteriore domanda. Ma ciò di cui ci siamo occupati con cura è stato rendere il percorso di ogni personaggio il più emozionante possibile". 

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