Il fidanzato di Selvaggia Roma: “Francesco Chiofalo l’ha picchiata, per questo non lo appoggia”
Luca Muccichini, compagno di Selvaggia Roma, accusa pubblicamente Francesco Chiofalo. Il giovane, anche lui influencer, ha postato una serie di video sul suo profilo Instagram nei quali elenca i motivi che avrebbero spinto la compagna a dissociarsi dalla situazione che sta vivendo il romano, qualche giorno fa operato per rimuovere un tumore al cervello. Selvaggia è stata accusata più volte di avere manifestato dolo freddezza a proposito del suo ex. Quando gli attacchi sono diventati insostenibili, è stato il suo attuale fidanzato a difenderla.
Le accuse a Francesco Chiofalo
Luca accusa l’ex compagno di Selvaggia non solo di averla picchiata, ma anche di avere strumentalizzato le sue condizioni di salute: “È una cosa che viene fatta passare per una certa gravità e così non è. Selvaggia ha chiuso da due anni questa relazione. Le può dispiacere ma non può andare in ospedale o mandargli messaggi. Lui le ha fatto del male, le ha menato, le ha alzato le mani e le ha fatto le peggio cose. Non dice niente perché si è rifatta una vita. Andate a rompere le scatole alla fidanzata di questo personaggio. Ci stiamo difendendo da accuse e minacce ricevute da Selvaggia. È stata minacciata di morte, e ci siamo stufati. Vogliamo dissociarci da questa situazione. Non ci serve parlarne, e un giorno capirete davvero come sono andate le cose”.
La versione di Selvaggia Roma
Pochi giorni fa, in un commento postato su Instagram e poi cancellato. Selvaggia aveva spiegato di ritenere che Chiofalo avesse strumentalizzato la sua malattia, facendola apparire più grave di quanto in realtà non sarebbe: “Ho avuto morti in famiglia a causa di un tumore maligno. Come ti permetti di venire da me e augurarmi la morte? Non parlo per una persona che non fa altro che giocare su una questione del genere. Un angioma benigno non è morte. E la cosa più schifosa è avere fatto storie e avere giocato sul fatto che poteva marciare su questo caso. Non avendo rispetto per le persone morte e che hanno un tumore e non sanno davvero se vivranno oppure no. Conosciamo bene il soggetto in famiglia. E sapevamo molte cose su questo caso”.