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Il caso di Mariella Cimò: “Il marito 80enne la uccise e occultò il cadavere per dedicarsi alle amanti”

La quarta puntata di ‘Amore criminale’, trasmessa domenica 4 febbraio, ha ripercorso il caso di Mariella Cimò. La settantaduenne è scomparsa ad agosto del 2011 e non è mai stata ritrovata. I giudici hanno condannato in primo grado il marito Salvatore Di Grazia a 25 anni di reclusione. Avrebbe ucciso la moglie e occultato il cadavere per poter frequentare liberamente le sue amanti. Di Grazia e la Cimò erano sposati da 43 anni.
A cura di Daniela Seclì
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Nella quarta puntata di ‘Amore criminale‘, trasmessa domenica 4 febbraio, Veronica Pivetti ha raccontato il caso di Mariella Cimò. La donna è scomparsa il 25 agosto 2011 dalla sua villa a San Gregorio (Catania). A più di sei anni di distanza, la settantaduenne non è stata ancora ritrovata. I giudici hanno condannato in primo grado il marito della donna Salvatore Di Grazia a 25 anni di reclusione per omicidio e occultamento di cadavere. Sono 45 gli indizi di colpevolezza che puntano il dito contro di lui. L'uomo avrebbe commesso il delitto in seguito a un violento litigio. Mariella Cimò, infatti, gli aveva chiesto più volte di chiudere l'attività di autolavaggio che lui gestiva, dopo aver scoperto che lì Salvatore incontrava le sue amanti.

La relazione tra Mariella Cimò e Salvatore Di Grazia

Quando Mariella Cimò incontra Salvatore Di Grazia è reduce da una relazione finita male. Anche l'uomo sta vivendo un momento buio, dopo un matrimonio andato a rotoli. Quando i loro percorsi si incontrano, entrambi ritrovano un barlume di speranza nell'idea di un futuro insieme. I due convolano a nozze. Mariella è una donna indipendente, con una grande forza di volontà e che ama dedicarsi al prossimo. Una notizia spiacevole, però, getta sulla sua vita un velo di malinconia. Purtroppo poco dopo il matrimonio, la Cimò scopre di non poter avere figli.

I problemi di coppia per l'impossibilità di avere figli

La scoperta di non poter avere bambini si ripercuote sulla serenità della coppia. Sia Mariella che Salvatore provano a compensare in qualche modo quella cocente delusione. Per la Cimò si rivela provvidenziale il suo immenso amore per gli animali. Ospitando nella sua villa diversi cani e gatti, riesce a dare e ricevere l'affetto necessario per riempire quel vuoto. Inoltre, la donna si impegna ancora di più in iniziative umanitarie.

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I tradimenti di Salvatore Di Grazia

Salvatore Di Grazia preferisce movimentare la sua quotidianità con diverse relazioni extraconiugali. Ai microfoni di Fanpage.it (vedi video in alto, ndr), ammetterà candidamente: "Un mio vecchio zio diceva ‘Non si può dire di no a un caffè, a una sigaretta e a una bella donna'". In paese, intanto, si inizia a spettegolare sull'infedeltà di Di Grazia tanto che c'è chi lo ribattezza ‘Don Giovanni'. L'uomo, inoltre, apre un autolavaggio. Ed è proprio lì che incontra le donne con le quali tradisce la moglie. Mariella Cimò viene a sapere dell'infedeltà del marito. Insiste perché chiuda l'autolavaggio e metta fine alle varie frequentazioni. Tra loro i litigi diventano frequenti.

25 agosto 2011 – La scomparsa di Mariella Cimò

Il 25 agosto 2011, Mariella Cimò scompare nel nulla. Salvatore Di Grazia presenta la denuncia solo il 5 settembre, dicendosi certo che si tratti di un allontanamento volontario attuato dalla moglie per fargli un dispetto dopo un violento litigio. Alcune stranezze, però, non convincono gli inquirenti che non credono all'ipotesi che la donna, di punto in bianco, abbia deciso di abbandonare la sua casa, il marito e soprattutto gli animali che tanto amava.

Gli indizi di colpevolezza che incastrerebbero Di Grazia

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Il corpo di Mariella Cimò non è stato ancora ritrovato. La Procura, tuttavia, rintraccia 45 gravi e univoci indizi di colpevolezza da cui emerge quanto sarebbe accaduto subito dopo il presunto omicidio. Secondo l'accusa, Di Grazia avrebbe ucciso la moglie al culmine di una violenta lite avvenuta nella notte tra il 24 e il 25 agosto 2011. La mattina seguente, poi, avrebbe lasciato la casa alle 07:39 per andare a comprare un bidone (utile presumibilmente per distruggere il cadavere). Mentre faceva l'acquisto era al telefono con due sue amanti. Il 26 agosto, rientra alla villa in compagnia di un'altra donna. Dunque, non teme che la moglie possa tornare e sorprenderlo con lei. All'amante presta anche l'auto di Mariella.

Quanto alla Cimò, se si fosse allontanata da casa a piedi o in auto sarebbe stata ripresa dalle varie telecamere di sorveglianza presenti nella zona. Inoltre, il terreno che circonda la villa è impervio, carico di rovi e impossibile da attraversare. Mariella, dunque, sarebbe potuta uscire solo dal cancello principale, che è ripreso dalla telecamera. Infine, i soldi che Di Grazia sosteneva che la moglie avesse portato con sé, sono stati ritrovati all'autolavaggio. Nell'ultimo dei 45 punti si legge il movente:

"Di Grazia in definitiva si è liberato della moglie (probabilmente in esito ad un fatale ultimo litigio) per continuare liberamente (se non per incrementare) la già disinvolta e talora frenetica frequentazione di donne ad esclusivi scopi sessuali per lo più verso pagamento di somme di denaro".

La condanna di Di Grazia, l'uomo si proclama innocente

Il 7 aprile 2017, la seconda corte d’Assise di Catania ha concluso il processo di primo grado. Salvatore Di Grazia è stato condannato a venticinque anni di carcere con l'accusa di aver ucciso la moglie e averne occultato il cadavere. L'uomo continua a proclamarsi innocente e a definire gli indizi contro di lui delle barzellette.

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