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Iacopino alla D’Urso: “Lasci fuori la mia vita dalle miserie che la appassionano”

Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti risponde al commento di Barbara D’Urso in un’intervista a Verissimo, in cui ha definito chi la attacca “qualcuno che sta peggio di lei”.
A cura di A. P.
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La diatriba tra Barbara D'Urso e il presidente dell'ordine dei Giornalisti non sembra avere fine e, anzi, dopo essersi apparentemente assopita con le vacanze natalizie, è tornata fortemente alla carica con le affermazioni della conduttrice in risposta all'intervista a Verissimo rilasciata a Silvia Toffanin, nella quale la D'Urso ha di fatto evitato la polemica con i suoi detrattori, senza evitare un commento piccato: "Quando mi attaccano ci rimango male, però io penso che in quel momento, chi mi attacca sta peggio di me, che ha una vita meno serena della mia. Quindi provo tenerezza per chi mi attacca". Tuttavia, quando la conduttrice della striscia pomeridiana del sabato di Canale 5 le ha chiesto precisamente nel merito della polemica di Iacopino la conduttrice di Domenica Live ha scelto il profilo basso, affermando di limitarsi a fare il proprio lavoro con delicatezza.

Ma Enzo Iacopino, che da fine novembre e a più riprese aveva contestato a più riprese il modo "televisivo" di trattare gli argomenti di cronaca nera, utilizzando Barbara D'Urso come il simbolo di questa modalità, non manca di rispondere ancora una volta a quanto la conduttrice ha detto oggi pomeriggio. In uno stato postato su Facebook il presidente dell'ordine dei giornalisti ha indirizzato una missiva direttamente al volto principale dell'intrattenimento di Mediaset, non andando certo per le leggere:

BARBARA DURSO, STIA SERENA. La signora D'Urso si dice preoccupata per me. In un'intervista a Verissimo (stessa famiglia televisiva) afferma: “Quando mi attaccano ci rimango male, però io penso che in quel momento, chi mi attacca sta peggio di me, che ha una vita meno serena della mia. Quindi provo tenerezza per chi mi attacca”.
Capisco che sia abituata ad essere venerata come una macchina da soldi, qual è indubbiamente. E anche che le piaccia sguazzare nei bidoni dell'immondizia, ma lasci fuori la mia vita dalle miserie che la appassionano così tanto.
Stia serena, la prego. Non diventerò in alcun modo materia per le disgrazie sulle quali fa aumentare il suo conto in banca.
Si compiaccia, pure, delle solidarietà che ha avuto, come ricorda: "E’ successa una cosa che mi ha inorgoglito molto, perché in mia difesa sono scese in campo grandi firme del giornalismo. Io cerco di fare il mio lavoro, fare domande, con delicatezza”.
Vedremo che cosa né dirà la magistratura e se, dopo il torpore natalizio, avranno qualcosa da dire le varie authority (Privacy, Agcom, Minori) che, ne sono certo, non vedremo nel suo salotto.
Abbiamo, comunque, della "delicatezza" un'idea diversa. Lei, in base a quel che dice a Verissimo, sembra collegarla alla cucina, ai soufflè di patate. Io penso all'effetto che le sue domande e le sue faccine hanno sulla vita di quanti sono al centro di tragedie, suo terreno preferito.
Se proprio, però, vuole preoccuparsi per qualcuno provi ad avere rispetto per gli altri. A cominciare dai figli di Elena Ceste. Si procuri il brivido di un pizzico di "tenerezza" autentica, senza lacrime né faccine, per loro. Potrebbe scoprire che le piace.
Lo so, sarà dura, gli sponsor potrebbero diminuire con il calo dell'audience. Ma i sentimenti valgono più del danaro.
Non me ne voglia: sono pessimista.
Teniamoci le contrapposte solidarietà.

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