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“I fantasmi di Portopalo”, Giuseppe Fiorello racconta una tragedia del mare dimenticata

La nuova fiction di Rai1 racconta il tragico naufragio del 1996 nel quale persero la vita 283 migranti, a lungo tenuto nascosto dai pescatori locali che avevano trovato i corpi. Una storia di coraggio e verità con Giuseppe Fiorello e Giuseppe Battiston.
A cura di Valeria Morini
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Una delle più grandi e inquietanti tragedie in mare degli ultimi decenni sarà raccontata nella miniserie "I fantasmi di Portopalo", in onda in due puntate il 20 e il 21 febbraio 2017 su Rai1. Torna dunque la fiction d'impegno civile, che ancora una volta vede al centro il volto di Giuseppe Fiorello, nei panni di Saro Ferro, personaggio di fantasia che guarda alla figura autentica di Salvo Lupo. Al suo fianco vedremo Giuseppe Battiston nel ruolo del giornalista Giovanni Maria Bellu, per raccontare il tragico naufragio di Portopalo, in Sicilia, nel quale morirono centinaia di migranti. La serie è diretta da Alessandro Angelini, mentre insieme a Fiorello e Battiston troveremo anche Roberta Caronia, Angela Curri e Stefania Montorsi. Le premesse per un grande successo ci sono tutte, vista la presenza di attori molto amati ma, soprattutto, di una tematica quanto mai attuale.

La tragedia di Portopalo

Il dramma dimenticato al centro della fiction risale al 1996. Nella notte tra il 24 e il 25 dicembre, il battello F174, carico di migranti provenienti principalmente da India, Pakistan e Sri Lanka, naufragò a poche miglia dalla località Portopalo di Capo Passero, in provincia di Siracusa. Nel naufragio persero la vita almeno 283 persone: sino al naufragio di Lampedusa, verificatosi il 3 ottobre 2013 con 368 morti, quella di Portopalo è rimasta la più grande tragedia navale del Mediterraneo dalla fine della Seconda guerra mondiale.

Nei giorni successivi al naufragio, diversi pescatori di Portopalo ritrovano alcuni cadaveri, abiti e scarpe dei morti, ma non denunciano il fatto alle autorità per evitare sequestri delle imbarcazioni, arrivando addirittura a rigettare i corpi in mare. A rompere il silenzio fu Salvo Lupo (cui, appunto, si ispira il personaggio di Fiorello) che, inizialmente non creduto dalla polizia, contattò il giornalista Giovanni Maria Bellu, all'epoca inviato di Repubblica. Il lungo reportage di Bellu, che documentò il ritrovamento del relitto nel giugno del 2001 e la scoperta del "più grande cimitero del Mediterraneo" grazie al Rov (un robot sottomarino), è stato raccolto dallo stesso giornalista nel libro "I fantasmi di Portopalo"."Ho comprato i diritti del libro e per anni ha cercato di realizzare il film" ha spiegato a Repubblica Fiorello, co-sceneggiatore con Angelini, Salvatore Basile, Paolo Logli e Alessandro Pondi,  "Un pescatore sa che in mare esiste una sola legge, quella del soccorso. Qui per lungo tempo, per sopravvivere, perché con un’inchiesta le autorità avrebbero chiuso la zona di pesca, scelsero di non parlare, di non raccontare cosa succedeva quando tiravano su le reti. Quando abbiamo girato sul peschereccio la scena  dei corpi finiti nelle reti che venivano rigettati in mare, c’era un silenzio irreale. I pescatori che ci accompagnavano avevano le lacrime agli occhi".

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