“House of Cards”, perché guardare la serie che ha cambiato le regole della tv
"House of Cards" parte mercoledì 9 aprile con una serata evento che celebrerà ed aprirà le danze di Sky Atlantic HD, il nuovo canale Sky dedicato tutto alle grandi serie per tutti gli abbonati, e l'attesa si fa davvero febbrile. Perché? Perché "House of Cards" è una serie televisiva rivoluzionaria creata e prodotta da Netflix, per il suo servizio di streaming on demand, andando ad "istituzionalizzare" in un certo qual modo quello che tra i drogati di serie tv è ormai una circostanza, se non una vera e propria mania, consolidata: la maratona. Gli americani lo chiamano "binge watching", da "binge eating", letteralmente una vera e propria "abbuffata", quella di recuperare una serie tv persa nella calendario settimanale, a quattro/cinque/solo-questa-e-basta puntate in un sol boccone. "House of Cards" ha ufficializzato questo tipo di fruizione, dunque, con una proposta di due stagioni (pronta anche una terza) da 13 episodi l'una.
Sky Atlantic HD rispetterà quelle che sono le esigenze degli amanti del buon vecchio calendario, andando in onda tutti i mercoledì in prima serata. Quindi nessuna "rivoluzione" per gli italiani, o almeno per buona parte a dispetto di quelli più "smaliziati". Adattata da Beau Willimon e basata sull'omonima miniserie britannica prodotta dalla BBC negli anni '90, "House of Cards" racconta l'ascesa politica di Frank Underwood, un politico senza scrupoli che punta ai vertici di Washington con qualsiasi mezzo e senza guardare in faccia a nessuno. Un thriller politico che ha inchiodato alla poltrona anche il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che l'ha inserita tra le sue serie televisive preferite, che commentò così quanto accade nel mondo di Underwood: "Mi piacerebbe che le cose a Washington fossero così spietatamente efficienti".
Kevin Spacey è Frank Underwood, il deputato che dopo aver supportato Garrett Walker come candidato alla presidenza degli Stati Uniti d'America, vede la promessa di una nomina a Segretario di Stato disattesa. Parte così la sua vendetta personale, con ogni mezzo a disposizione. A dargli una mano ci sarà sua moglie Claire (Robin Wright), presidente di un'associazione no-profit che si mischia con gli affari (e le trame) politiche di suo marito Frank. Il cast si completa con numerosi volti noti della "serialità" americana: Kate Mara ("24", "American Horror Story"), Michael Kelly ("Fringe", "Person of Interest"), e Constance Zimmer ("Boston Legal", "Entourage").
"Questa serie ha il potere di una nuova prospettiva". Kevin Spacey, che oltre ad essere il protagonista della serie, ne è anche produttore esecutivo, si riferisce al metodo di trasmissione di Netflix. Pensate: 26 episodi trasmessi in due stagioni, acquistati con un'offerta superiore a colossi della tv via cavo come "AMC" ed "HBO". Una mossa che farebbe impallidire chiunque e che segna la strada maestra per il futuro. Ecco perché anche una certezza nel panorama della pay-tv come Sky, sta virando verso l'on demand: ne è un esempio chiaro il nuovo Sky Online.
Se tutto questo ancora non vi ha convinti a seguire la serie che ha cambiato le regole della tv, ecco altri validi e buoni motivi in lista per convincervi a non perdere assolutamente nulla dell'universo di Francis "Frank" Underwood:
1. è stata la prima serie non trasmessa da un canale tv ad aver vinto tre Emmy Awards ed un Golden Globe per Robin Wright come miglior attrice femminile in una serie drammatica;
2. è diretto da David Fincher ("Seven", "Fight Club", "Zodiac", "Il curioso caso di Benjamin Button", "The Social Newtork");
3. perché racconta il potere in tutte le sue forme, politico, sociale e lavorativo, perché porta agli estremi la vita politica americana;
4. perché la coppia Spacey-Wright è assolutamente superlativa;
5. perché se dopo "Breaking Bad" ti senti orfano di qualcosa, probabilmente "House of Cards" riuscirà a riempire un po' di quel vuoto.