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Hell’s Kitchen Italia, Cracco: “Una bella responsabilità sostituire un mito come Ramsay”

Lo chef si prepara ad assumere la guida della versione italiana di Hell’s Kitchen. In un’intervista rilasciata a Tv, Sorrisi e Canzoni, parla di questa grande responsabilità, del suo rapporto con la notorietà e della stima per Gordon Ramsay e Antonino Cannavacciuolo.
A cura di Daniela Seclì
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Su Sky arriva la versione italiana di Hell's Kitchen. Lo chef Carlo Cracco sarà al timone del format, ispirato al celebre programma condotto da Gordon Ramsay. Il mese scorso, proprio Ramsay, in un'intervista disse che  non escludeva l'idea di partecipare a Master Chef Italia, magari al fianco di Cracco. La stima tra i due sembra decisamente reciproca. A Tv Sorrisi e Canzoni, infatti, lo chef ha dichiarato:

“E’ una bella responsabilità. Hell’s Kitchen è il programma di cucina più conosciuto e iconico, avendo il volto di uno chef mitico come Ramsay. Non sarà affatto facile, perché questa volta sarò solo”

Cracco però trova inesatto definire il programma crudele e l'atteggiamento dello chef diabolico. Secondo lui, questi aggettivi sono frutto di chi guarda il programma da profano. Nell'ambiente, invece, la severità è qualcosa di normale:

"I concorrenti di Hell’s Kitchen sono chef professionisti. E’ sì uno show, ma è molto reale. In quell’ambito nessuno è tenero. Essere rigorosi e precisi fa parte del mestiere. Se sbagli un piatto, poi il cliente si lamenta. Devi pretendere sempre il massimo”

Uno dei programmi, che lo chef sembra aver apprezzato di più è, nemmeno a dirlo, Cucine da Incubo, egregiamente gestito da Antonino Cannavacciuolo:

"Cannavacciuolo è stato bravo a realizzare un programma così difficile. Oltretutto su una rete "diversa", come Fox Life. E’ stata una vera sfida”

Cracco è uno degli uomini più desiderati dalle donne italiane. Nel corso dell'intervista ha parlato di come gestisce la notorietà acquisita e dal ruolo ricoperto dalla tv, nella sua carriera:

"Con questi smartphone tutti vogliono un ricordino, ma non mi dà fastidio, fa parte dell’esperienza. La tv è un’attività collaterale, gestibile perché tutti i programmi sono registrati. Il mio lavoro è un altro. Il cuoco non sta più solo in cucina: ci sono congressi, convegni, presentazioni. La tv è la continuazione di quel che facciamo"

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