Guido Meda racconta la paura del naufragio: “Un momento bruttissimo che non auguro a nessuno”
Guido Meda ancora scosso, dopo il naufragio che ha costretto lui e la sua famiglia a minuti di paura a causa del naufragio dell'imbarcazione a bordo della quale si trovavano. Tutto è accaduto domenica 20 agosto, nel tardo pomeriggio, a venti metri dalla costa di Cala Monella, all'isola del Giglio, quando l'imbarcazione a bordo della quale si trovava la voce della Moto gp si è trovata travolta da una burrasca improvvisa e non prevista dai bollettini meteo, che in pochi minuti ha alzato onde di due metri eriempito d'acqua la barca, facendola affondare.
A diverse ore di distanza dall'accaduto, superato lo choc iniziale, Meda ha spiegato in un'intervista al Corriere l'accaduto, facendo intuire chiaramente l'ingestibilità di quel momento e ringraziando le persone che si sono accorte di quanto stesse succedendo da terra, avvertendo tempestivamente le squadra di salvataggio. Ma con un lungo post su Facebook il telecronista sportivo ha anche voluto spegnere il clamore sulla notizia, precisare alcuni errori emersi dalle cronache e rispondere a chi aveva mosso critiche nei suoi confronti e verso il proprietario dell'imbarcazione.
Del nostro naufragio al Giglio, poi vi racconteró anche meglio dettagli ed emozioni qui o su Sky, ma intanto ecco un sunto, che parte da uno spunto critico. Tra le cronache che ho letto poche, o quasi nessuna, sono corrette. Io del resto avevo troppi pensieri e troppe cose da fare per poter dar retta a tutti i colleghi che mi hanno chiamato o hanno provato a chiamarmi. Ne approfitto. A parte chi mi ha attribuito a caso la proprietà di uno yacht che non ho (magari!) , c’è una notizia, pubblicata da un sito, che parla di “errore durante un tentativo di attracco”! Mi piacerebbe sapere la fonte perchè è una totale sciocchezza e come tale va smentita; non è la realtá e non rende merito a tutto ció che di buono il proprietario della barca che ci ospitava, un caro amico esperto e scrupolosissimo, ha fatto da subito per ottenere il meglio ed evitare il peggio . Nessuno scoglio, nessun attracco fallito. Siamo naufragati in mare, mare grosso, appena fuori dalla Baia di Campese e al largo di cala Monella, mentre navigavamo piano con le onde di prua e con vento fortissimo, cercando di scappare da una burrasca non prevista da nessun bollettino e montata in pochi minuti. Non sappiamo ancora il perchè, magari le onde, magari l’urto con un oggetto galleggiamte, magari un motore, ma quando la barca ormai piena d’acqua è andata giù, l’abbiamo abbandonata. È un momento bruttissimo che capisco solo oggi e che non auguro a nessuno. Ci siamo tenuti i ragazzi vicini, li abbiamo messi definitivamente in sicurezza, siamo stati uniti tra noi, ci siamo aggrappati a quello che c’era fino all’apertura della zattera autogonfiabile. È durato poco, due minuti, uno forse, ma è sembrato moltissimo. Ci siamo issati lì e lì abbiamo aspettato fino a quando la lancia K4 di un’impresa privata di lavori marittimi ( professionisti fenomenali il comandante e suo figlio, avvertiti da tre o quattro angeli custodi che per puro caso avevano visto la scena da terra) ci ha individuati ed è venuta a prenderci. In questo caso è passato del tempo, che è sembrato molto ed è stato molto, in cui il mio amico ed io siamo rimasti in acqua cercando di spingere e stabilizzare la zattera a nuoto per evitare che le onde e il vento ci sospingessero verso terra, verso le rocce. Con quel mare lì… allora sì che sarebbe stato un guaio per le nostre famiglie. Confermo la (tristemente) nota, ma meravigliosa ospitalità della gente del Giglio, mentre del sindaco, di cui ho letto, onestamente non l’ho conosciuto. Siamo ancora al Giglio, ci prepariamo a tornare e poi si va a Silverstone per il Gp. Come prima, meglio di prima. Grazie a tutti, a Ido e Leonardo, alla Capitaneria, a Francesco, ad Angelo, a Paola e Andrea, a Cristiano, grazie anche a chi ha capito che certe volte scherzare male su cose così non è umano, che il cinismo da social davanti a certe situazioni è pattumiera. Chi non l’ha capito ha un problema lui. Io sono orgoglioso della mia famiglia a cui auguro anni di anonimato digital/ social e mille milioni di miglia di crociera serena e senza burrasche improvvise. Un papà fiero.
Ancora ignote le cause del naufragio
A distanza di poche ore dalla terribile esperienza Guido Meda aveva dato suoi segnali attraverso i social rivolgendosi proprio a quelli che in definitiva sono stati i salvatori della sua famiglia, ovvero chi da terra ha visto l'imbarcazione in difficoltà, dando subito l'allarme. Sui motivi che hanno portato a una tragedia sfiorata, certamente il maltempo, con raffiche di vento improvvise arrivate a 30 nodi e un'imbarcazione diventata evidentemente incontrollabile. Resta il mistero sulle cause che hanno portato la barca ad affondare, visto che, come ha precisato lo stesso Meda: "In un primo momento si pensava a una falla nello scafo, ma quando è stato recuperato il relitto, è stata accertata la totale integrità dello scafo".