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Guè Pequeno: “A The Voice mi sono fatto valere, ma il vero king è stato Gigi d’Alessio”

Il rapper racconta l’esperienza di The Voice su Rai2, ma in un’intervista a Vanity Fair sisbottona anche sulle sue abitudini e dipendenze: “Non posso dire di avere un rapporto sereno con la droga, ma almeno è ludico”. Però poi aggiunge: “Per me il massimo della rockstar non è lo sballo, ma il controllo”.
A cura di Andrea Parrella
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Lo abbiamo visto recentemente in televisione, a "The Voice", in qualità di giudice, un esperienza che gli ha concesso visibilità presso il grande pubblico. Una popolarità "generalista"che però non ha cambiato Guè Pequeno, il quale nel parlare di sé non si tira indietro dall'affrontare temi relativi a dipendenze e uso di droghe che sono croce e delizia delle nuove generazioni di artisti.

In un'intervista a Vanity Fair il rapper ha parlato di questa esperienza televisiva, riconoscendo il suo scetticismo iniziale verso quel genere: "Agli inizi dell'era talent ero diffidente, poi mi è diventato chiaro che per esistere musicalmente o fai rap o partecipi a un talent. Il king assoluto di questa edizione è stato Gigi d'Alessio, ma anche io credo di esserne uscito bene. In questi tempi in cui tutto è fake, io ho portato la mia competenza musicale che è vera. In più ho dimostrato che anche un rapper sa parlare e non dire solo ‘bitch'". Il rapper è poi passato a raccontare del suo rapporto con le sostanze stupefacenti:

“La droga per me, non è mai stata un mezzo per stimolare la creatività e non voglio dire di non essere debole, perché invece lo sono. Ma credo di essere stato capace, in qualche modo di gestire la situazione, diversamente, non saremmo qua a parlarne (…) Non posso dire di avere un rapporto sereno con la droga, ma almeno è ludico. Quando capisco che esagero e perdo il controllo riesco a dire basta”.

Guè Pequeno va anche oltre, ammettendo chele sue dipendenze non si limitano a questo, ma vanno oltre. “Se non mi drogo e non bevo, allora devo comprare i vestiti oppure devo fare sesso, oppure riempirmi di tatuaggi”, svela lui, senza alcun timore di mettere a nudo delle possibili vulnerabilità. Eppure, a dispetto di una vita sregolata, lui stesso è consapevole che l'impresa eccezionale sia quella di essere normale, come recitava un vecchio adagio di Lucio Dalla. E quindi lui stesso confessa come il massimo dello sballo lo raggiunga, in realtà, cercando una forma di regolarità nella sua vita: La disciplina: svegliarmi presto, fare pugilato. Per me il massimo della rockstar non è lo sballo, ma il controllo”.

Per rimanere nell'alveo della normalità, nella stessa intervista Guè Peqeuno parla dell'ottimo rapporto che ha con sua madre,persona con la quale discute, anche animatamente, pur avendo un ottimo rapporto: “Lei dice la sua, spesso mi insulta per i testi”.

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