Goldrake compie 39 anni, il primo episodio andò in onda il 5 ottobre 1975
Una delle serie tv più amate in Italia compie 39 anni: era il 5 ottobre 1975 quando fu trasmesso per la prima volta in Giappone su Fuji Television l'anime "Goldrake", che ha come protagonista il principe Duke Fleed, fuggito sulla Terra dal suo pianeta a bordo di un robot da guerra tecnologicamente all'avanguardia per non soccombere all'attacco del Re Vega. Quest'ultimo, grazie alle sue feroci truppe, cerca di sottomettere ogni pianeta per allargare il proprio impero. In Italia (trasmesso dal 1978 su Rete 2 all'interno del programma tv RAI "Buonasera con") "Goldrake" è stato il primo cartone animato robot ad essere trasmesso in televisione con il nome di "Atlas Ufo Robot".
L'anime, prodotto dalla Toei Animation dal 1975 al 1977, si compone di ben 74 episodi ed è basato su una storia sviluppata da Gō Nagai, ideatore del manga omonimo pubblicato nel 1973: il cartone animato fu "anticipato" da un vero e proprio lungometraggio della durata di 30 minuti. In Italia la serie è stata trasmessa con il titolo "Atlas UFO Robot"; la programmazione si svolse nel biennio 1978 – 1980 eppure vennero mandate in onda solo 71 puntate delle 74 originarie. Il successo e la portata di "Goldrake" fu tale che le sigle della prima serie furono racchiuse nel 45 giri "Ufo Robot", cantante da Michel Tadini sotto pseudonimo "Actarus", le cui vendite superarono un milione di copie; la Fonit Cetra portò a casa così il disco d'oro.
Le curiosità su Goldrake – UFO Robot
In Italia il nome "Atlas UFO Robot" curiosamente è derivato da una vera e propria svista da parte degli addetti ai lavori. La serie fu acquistata dalla Francia: nel paese in questione la guida dei programmi tv si chiama "Atlas" e gli italiani che lavoravano agli adattamenti in tv hanno erroneamente pensato che il titolo completo dell'anime fosse "Atlas UFO Robot". Nel nostro paese, inoltre, curiosamente sono stati mandati in onda solo 71 episodi su 74, nonostante la RAI avesse acquistato i diritti per l'intero anime: nello specifico in Italia non sono mai state trasmesse le puntate 15, 59 e 71.
La popolarità di Goldrake
Il successo in Italia per l'anime superò ogni aspettativa: gli indici di ascolto della Rete 2 RAI schizzavano verso l'alto ad ogni appuntamento pomeridiano con "Goldrake-UFO Robot". Qualcuno ha definito come "delirio collettivo" il comportamento degli adolescenti italiani in seguito alla messa in onda del cartone animato giapponese. Si stima che l'immagine del principe Duke Fleed venne riprodotta su centinaia di prodotti in migliaia negozi dal nord al sud della nostra penisola: dalle maschere di carnevale ai libri, passando per fumetti, dischi, magliette e addirittura doposci, segno della grande popolarità di Goldrake sfruttata per operazioni di marketing. Se una parte degli italiani si mostrava entusiasta per la serie tv, non mancarono i pareri contrari: tra gli anni Settanta e Ottanta alcuni genitori mostrarono il proprio disappunto e trovarono voce in alcuni parlamentari, tra cui il deputato Silverio Corvisieri. Membro della Commissione di Vigilanza RAI, quest'ultimo criticò aspramente l'intero telefilm in un articolo comparso su "La Repubblica" nel 1979, dal titolo "Un ministero per Goldrake":
In ogni caso si celebra dai teleschermi, con molta efficacia spettacolare, l’orgia della violenza annientatrice, il culto della delega al grande combattente, la religione delle macchine elettroniche, il rifiuto viscerale del “diverso” (chi viene da altri pianeti è sempre un nemico odioso…).
La tecnica è quella vecchia e collaudata dell’arrivano i nostri o dell’intervento in extremis del giustiziere. Quali effetti hanno programmi come questo sui fratellini minori dei ragazzi del “cioè”? Voglio dire, cantare in coro canzoni piene di parole per loro incomprensibili come “cibernetica” li aiuterà ad avere un linguaggio e una struttura di pensiero più ricchi e maturi? Questa propaganda straordinariamente efficace di tutte le vecchie idee del vecchio mondo quali segni lascerà? In quale modo un genitore può fronteggiare con i poveri mezzi delle sue parole la furia di Goldrake?
D’altra parte, è possibile delegare alla Rai, che poi provvede rivolgendosi alle multinazionali americane e giapponesi, l’educazione dei nostri figli?