Gli inizi da comico di Beppe Vessicchio, negli anni ’70 era uno dei Trettrè
Ci sono storie anomale, nel mondo dello spettacolo e nella vita, incontri che cambiano il corso degli eventi, decisioni che fanno altrettanto. Lo sa bene Beppe Vessicchio, che a dispetto della sua carriera illustre nel mondo della musica, ha vissuto anche un'ampia parentesi nel mondo della comicità.
La carriera comica di Beppe Vessicchio
Tutto risale al 1975, quando Vessicchio esordisce nel gruppo dei Trettré, il celebre trio di attori comici e cabarettisti napoletani, suonando chitarra e pianoforte. A raccontarlo sono Edoardo Romano e Mirko Setaro, due dei tre protagonisti della formazione ufficiale che poi raggiungerà il definitivo successo. Ospiti di Rtl 102.5 News, Romano e Setaro hanno raccontato come all'inizio fosse proprio Vessicchio a completare il gruppo:
Per un certo periodo eravamo in quattro, c'era anche una ragazza, Amalia Detrumile. Vessicchio ha poi deciso di dedicarsi alla musica e quindi è entrato Gino (Cogliandro, ndr), che aveva già fatto delle cose del gruppo, prima di trasferirsi a Stromboli. È tornato stabilmente con noi dopo alcuni anni definitivamente.
Non ci sono immagini o reperti video che documentano il passaggio di Vessicchio nei Trettrè, ma la sua permanenza nel gruppo comico durò fino a quando, comprendendo che il suo impegno dovesse ampliarsi anche in una chiave attoriale, deciso di dare seguito al suo percorso artistico nella direzione della musica. Ma la collaborazione è proseguita: "Poi Vessicchio ha continuato ogni tanto a collaborare con noi e fu lui a scrivere la sigla di Italiani".
Lo scioglimento dei Trettrè a inizio anni Duemila
A proposito dello scioglimento dei Trettrè, Setaro e Romano raccontano di una decisione presa di comune accordo, all'inizio degli anni Duemila: "Si pensa sempre che i gruppi si sciolgano per discussioni e incomprensioni. Il nostro gruppo si è sciolto perché non ci divertivamo più, era diventato un lavoro. E abbiamo quindi deciso di appendere la maschera al chiodo".
"Noi abbiamo lavorato soprattutto per il piacere di fare lo spettacolo, non solo per i soldi – specifica Romano nel programma radiofonico – Essersi fermati è stato un bene, la televisione stava andando in una direzione che non ci piaceva e abbiamo scelto di fermarci. Una sera ci siamo guardati tutti e tre dopo uno spettacolo e ci siamo detti "e allora?".
Perché il gruppo comico si è sciolto
Una scelta che quindi non era legata a logiche economiche: "Noi ci siamo fermati all'apice della nostra carriera, non perché qualcuno non ci filasse più. La nostra decisione assume una caratura molto diversa, singolarmente ognuno di noi sapeva che avrebbe continuato sulla sua strada. Non a caso si scatenarono allora le ire dei molti che guadagnavano intorno e insieme a noi" . Romano quindi chiosa:
"Il nostro successo non è durato un paio d'anni, ma circa vent'anni, dal Drive In all'inizio degli anni Duemila, quando abbiamo deciso di separarci. Ci riunimmo tutti e tre a casa mia e scegliemmo di fermarci"