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Giuseppe Ungaretti, a 50 anni dalla morte una programmazione speciale Rai per il poeta

Forte del ricchissimo materiale d’archivio, la Rai dedica a Ungaretti “La Grande Storia Anniversari” di martedì 2 giugno, in onda alle 15.20 su Rai3, in onore del cinquantenario dalla morte del poeta, scomparso il 1 giugno del 1970. All’interno estratti di interviste e immagini delle interviste e gli interventi di Ungaretti alla Tv in bianco e nero.
A cura di Andrea Parrella
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Il primo giugno del 1970 moriva Giuseppe Ungaretti, gigante della cultura mondiale, tra le figure più influenti della storia della letteratura, si è affermato come uno dei poeti più grandi del novecento. Gli ultimi decenni di vita di Ungaretti lo hanno visto spesse volte confrontarsi con le telecamere, in diverse circostanze. Il poeta è stato spesso ospite della televisione in bianco e nero, finendo per essere imitato da Alighiero Noschese. Forte del ricchissimo materiale d'archivio, la Rai dedicherà a Ungaretti “La Grande Storia Anniversari” di martedì 2 giugno, in onda alle 15.20 su Rai3.

Un viaggio nel tempo e nello spazio, dalla Parigi degli anni Dieci al Carso del 1915, al Brasile, dove il poeta si trasferisce con la famiglia nel 1936 per insegnare letteratura italiana.
La storia di un uomo e delle sue relazioni di amicizia, con Pier Paolo Pasolini e il cantautore Vinicius De Moraes; o le sue rivalità con gli scrittori e poeti Salvatore Quasimodo e Eugenio Montale. L’amore verso la vita, la speranza verso il futuro che Ungaretti conserverà fino alla fine, quando deciderà di seguire e raccontare la diretta televisiva dello sbarco sulla luna nel luglio del 1969.

Giuseppe Ungaretti era nato nel 1988 da genitori toscani ad Alessandria d'Egitto e fu tra i primi poeti del ventesimo secolo italiano con contatti internazionali, fu amico di Guillaume Apollinaire, Jean Paulhan e Georges Braque. A Parigi giunse nel 1912, e, attraverso le riviste Mercure de France e La voce, si relazionò alle maggiori novità culturali europee. Ammirò Mussolini, quand'era ancora socialista. Successivamente il duce chiuse un occhio davanti alle sue intemperanze e alla denuncia del poeta contro le leggi razziali. Tuttavia, nell'Italia repubblicana, non ebbe grande fortuna politica. Gli fu preferito Eugenio Montale, che vinse il Nobel. Dopo il ritorno in Italia dal Brasile, Ungaretti insegnò alla Sapienza a Roma sino al 1958. Divenne un personaggio molto popolare in quegli anni, grazie alle sue apparizioni televisive negli anni '60, quando commentava qualcosa o recitava i versi dell'Odissea a introduzione dello sceneggiato. I suoi manoscritti sono oggi conservati nel fondo Giuseppe Ungaretti presso l'Archivio contemporaneo "Alessandro Bonsanti" del Gabinetto Vieusseux a Firenze.

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