Giuliano Bignasca: il vincitore delle elezioni nel Canton Ticino a Le Iene
L’ultima puntata del programma tv Le Iene ha concesso spazio a uno dei temi più in voga nell’ultimo periodo: la questione dell’ostilità nei confronti dei frontalieri italiani nel Canton Ticino. Il programma condotto da duo Luca e Paolo e da Ilary Blasi ha raggiunto per un’intervista Giuliano Bignasca, fondatore della Lega dei Ticinesi e vincitore delle elezioni nel Canton Ticino. L’uomo si è concentrato nel tentativo di spiegare il pensiero circa la complessa situazione che lo vede contrapposto al Ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti sulla questione del segreto bancario.
Bignasca, un uomo dall’aspetto certamente non ordinario se confrontato con la schiera di politici italiani, si è presentato in questo modo: “Ho fondato il partito della Lega dei Ticinesi vent’anni fa e, dopo aver vinto le elezioni, mi sono trovato a scontrarmi con l’Italia sulla questione dei frontalieri e del segreto bancario. Nel Ticino ci sono 48.000 lavoratori italiani che, ogni giorno, varcano la frontiera per venire a lavorare in Svizzera”.
Bignasca, terminata la sua premessa, forza la discussione paragonando la situazione dei lavoratori italiani a quella degli immigrati a Lampedusa e prosegue dicendo: “I tunisini che sbarcano sulle vostre coste – ai quali le Iene ha dedicato il servizio successivo sulla conquista di Fb da parte della Tunisia, ndr – sperano di arrivare in Francia, in Germania o in Svizzera perché voi, ragazzi, siete una nazione fallita. Il vero punto della questione, però, è il segreto bancario. Tremonti non vuole capire che noi abbiamo un problema con Roma mentre noi vogliamo proporre un baratto: il lavoro dei frontalieri in cambio del segreto bancario".
Lanciata l'arringa prosegue: "Se ci obbligano alla trasparenza, ci organizzeremo di conseguenza. Finirà che ci saranno controlli di dogana interminabili tutti i giorni. Voglio vedere quando la fila delle auto dei frontalieri arriverà fino a Milano e i lavoratori dovranno attendere i controlli tutte le mattine prima di entrare al lavoro”. La provocazione di Bignasca giunge, dunque, a destinazione e potrebbe obbligare il governo a una presa di posizione differente. Ecco il video dell’intervista.