Gina Lollobrigida: “Mio figlio non mi parla, i suoi avvocati decidono per lui”
Gina Lollobrigida è tornata come ospite a Domenica In. Ancora in forma straordinaria a 91 anni, la diva sta per partire per Los Angeles, dove parteciperà alla realizzazione di un documentario sulla sua vita che si intitolerà, non a caso, L'ultima diva. L'intervista di Mara Venier si è molto focalizzata sui rapporti difficili con il figlio Andrea Milko Škofič e con il nipote Dimitri.
Il papà (l'ex marito, il medico sloveno Milko Škofič, ndr) ha messo mio figlio un po' contro di me, già quand'era piccolo. Purtroppo non c'è stato un riavvicinamento, le cose sono difficili. Quando ci sono avvocati che non fanno il loro dovere… Dovrebbero fare il bene dei loro clienti, e invece no. Non è mio figlio che decide, ma sono gli avvocati. Non ho passato Natale con lui. In realtà recentemente l'ho visto diverse volte, ma già il giorno dopo lui cambiava idea. Questa cosa è ovvio che mi addolori, ma non posso cambiare la mentalità delle altre persone. Anche mio nipote purtroppo è stato educato in una maniera sbagliata. Sono stata esclusa dalla loro vita.
Oggi la Lollo è vicina al suo assistente Andrea Piazzolla
All'intervista si è unito Andrea Piazzolla, assistente personale della diva già al centro di una causa legale intentata contro di lui dai parenti dell'attrice, per circonvenzione d'incapace. "Io lo so quanto Andrea ti voglia bene. Non dimentichiamo che ti ha salvato la vita tre volte, soccorrendoti", ha dichiarato la Venier che, da amica personale della Lollobrigida, sembra dunque credere alla buonafede di Piazzolla, contro chi lo accusa di aver puntato al patrimonio della diva. La Lollo, da parte sua, appare decisamente lucida e convinta a continuare a lavorare.
La guerra mi ha dato forza, mi ha aiutato a non guardare le cose superficiali. Avevo una volontà di ferro e volevo fare le cose che sentivo congeniali per me. Ho ancora molti progetti che devo assolutamente fare, prima che la mia vita sia al termine. Continuo a lavorare, perché per me lavorare è vivere, che sia il cinema, la scultura, il disegno.
I ricordi di Sean Connery, Yul Brynner e Fidel Castro
L'intervista ha compreso anche gustosi aneddoti sulla carriera e sui tanti uomini famosi che la Lollo ha incontrato: "Quando mi hanno detto che avrei lavorato con Sean Connery (in La donna di paglia, ndr), ho detto "Chi?". Non aveva ancora fatto 007. Come baciava? Con affetto, eleganza. Yul Brynner invece era l'opposto. Quando giravamo le scene d'amore (in Salomone e la regina di Saba, ndr), né io né lui sentivamo lo stop del regista. Continuavamo a baciarci. L'incontro con Fidel Castro? Fidel mi voleva conoscere, era un mio ammiratore. Quando venne a Roma chiese di vedere il Papa e la Lollo. Poi sono andata a Cuba, mi mise in una villa bellissima e mi venne a trovare, restò lì due ore. Se era innamorato di me? Sì, come ammiratore. Siamo rimasti sempre in contatto".