Giletti lavora anche d’estate: “A luglio mi occuperò di storia in seconda serata”
Tutto si potrebbe criticare a Massimo Giletti, fuorché la sua forza di volontà e lo stacanovismo che ha sempre dimostrato di avere, nell'azienda per la quale lavora da sempre, la Rai. Un po' come non lo si possa negare per quel che riguarda Barbara D'urso sul fronte Mediaset, conduttrice alla quale Giletti era stato associato, poche settimane fa, per un presunto flirt. E se da una parte continua ad essere il volto di riferimento di progetti televisivi che vanno avanti da anni, come il grande successo dell'Arena che ha chiuso i battenti solo due domeniche fa, oppure "Una Voce per Padre Pio", la manifestazione che conduce da anni in diretta da Assisi, dall'altra il conduttore da tutto se stesso per il bene di nuovi progetti. E' quello che accadrà quest'estate, quando Giletti non andrà in ferie almeno fino alla fine di luglio, visto che fino ad allora sarà impegnato con un nuovo programma in seconda serata, dedicato alla storia d'Italia. E' lui stesso ad annunciarlo, in occasione di un'intervista rilasciata ad Avvenire:
Si tratterà di due seconde serate molto importanti. Che spero abbiano un seguito. L'oggetto sono alcuni grandi episodi avvenuti in Italia nel passato, che vengono analizzati e studiati con i protagonisti di allora. Il pubblico ha bisogno di serate evento, che però aiutino a capire di più
Naturalmente l'intervista era dovuta alla vicinanza con l'evento Una Voce per Padre Pio: "Questo è il mio tredicesimo anno. Da programma canoro, l'ho trasformato in racconto. Quest'anno avremo la testimonianza fortissima di un soldato italiano sopravvissuto in Afghanistan". Naturalmente, visti questi nuovi progetti, ci si chiede se Giletti non stia iniziando a mostrare, palesemente, un certo disagio per gli spazi relativi che l'azienda gli offre, specie se paragonati al successo e gli ascolti che riesce a portare a casa. Lui risponde così:
Alla Rai non ho mai chiesto niente, è lei che deve decidere. Credo, però, che potrei fare qualcosa di buono col mio gruppo di lavoro, piccolo ma di qualità. Noi costiamo pochissimo e siamo un prodotto interno Rai. Il 15 ottobre festeggio 25 anni di carriera, sono un figlio della Rai. Credo che occorra puntare sugli autori giovani, avvicinarsi alle giovani generazioni che non guardano la tv con progetti forti. Io sono abituato a sperimentare, ma per farlo ci vuole coraggio