Gianluca Gazzoli: “Ho un defibrillatore impiantato nel petto, fu uno shock capire che potevo morire”
Gianluca Gazzoli, speaker di radio Deejay e autore del libro Scosse – la mia vita a cuore libero, è stato ospite della puntata di Verissimo trasmessa il 24 aprile. Nel salotto di Silvia Toffanin, ha raccontato la sua storia: "Da quando avevo 15 anni vivo con un defibrillatore impiantato sotto il petto, quando il mio cuore supera i battiti consentiti, scarica una serie di scosse che mi ribaltano a terra pur di tenermi in vita. Per 17 anni non l'ho raccontato a nessuno per paura di essere giudicato, di essere trattato in modo differente. Forse per orgoglio o per immaturità".
Il drammatico racconto di Gianluca Gazzoli
Silvia Toffanin è apparsa colpita dalla dolorosa storia di Gianluca Gazzoli. Il trentaduenne ha ricordato il momento in cui si è reso conto che qualcosa non andava: "A 14 anni giocavo a basket. Lo stress fisico, insieme a quello emotivo facevano cortocircuito e il mio cuore partiva a mille. In quei momenti non capivo niente, quasi svenivo. Uscivo dal campo. Sentivo una tachicardia fortissima. Pur facendo delle visite, nessuno trovava nulla. Dopo una partita, hanno visto che il cuore si fermava e poi riprendeva a battere. È stata una fortuna perché, detto brutalmente, di solito ci si resta".
Il momento in cui ha capito di poter morire
La conduttrice ha ascoltato con attenzione il racconto del suo ospite, sgranando gli occhi quando Gianluca Gazzoli ha raccontato i dettagli dell'operazione nel corso della quale gli è stato impiantato il defibrillatore: "In sala operatoria ero sveglio, consapevole. Vedevo questo catetere che mi girava dentro. Detta così fa impressione, ma forse anche data l'età, l'ho vissuta con un po' di incoscienza. I giorni seguenti però li ricordo con le lacrime perché mi veniva proibito di fare sport. Mi chiedevo: ‘Cosa farò?'". Così, tentando di ridimensionare le sue condizioni di salute ha giocato una partita:
"Ho iniziato a sfidare questo defibrillatore. Ho fatto una partita che non dovevo fare. Pur di farla, ho nascosto il mio certificato medico sotto a tutti gli altri sperando che nessuno lo vedesse. Durante quella partita il defibrillatore si è azionato. Lo ricordo ancora oggi. Ho sentito un'esplosione da dentro. Ero convinto che qualcuno mi avesse colpito da dietro con una mazza. Mi ha letteralmente ribaltato. Poi il cuore è ripartito. Dopo quella, ho avuto 5 scosse nella mia vita. Purtroppo quando ti capita quella cosa hai il terrore che possa ricapitare in qualsiasi momento della tua vita. Ricordo di essere tornato a casa in lacrime, perché a 15-16 anni mi era successa una cosa che non mi aspettavo. Col tempo ho capito che per fortuna ha funzionato. Attualmente devo fare il cambio della batteria ogni 8 o 10 anni".
Se all'inizio tentava di sfidare il defibrillatore e provava a non privarsi di ciò che lo appassionava, un evento drammatico gli fece comprendere che doveva avere un approccio diverso. Aveva 21 anni e tornando a casa con la fidanzata dell'epoca, Giulia, trovarono la madre di lei morta:
"Sua madre aveva un pacemaker, torniamo a casa e la troviamo morta. Uno shock per diversi motivi. Innanzitutto perché ero vicino a Giulia e poi a quell'età si creano dei rapporti con i genitori dei fidanzati. Io scherzavo con lei su questa cosa. Quella sera dentro di me è cresciuta una cosa che fino a quel momento non avevo mai pensato: ‘Sono vulnerabile‘. Quella cosa lì avrebbe dovuto salvarla e non l'ha fatto. Può succedere anche a me. Ho avuto attacchi di panico per un anno intero".
Oggi, Gianluca Gazzoli è sposato con Rachele e ha una figlia, Sara, che ha due anni.