GF Vip, la gaffe di Rosalinda Cannavò: sbaglia l’autore della Divina Commedia

La produzione del Grande Fratello Vip porta un po' di cultura nella Casa, chiamando i concorrenti a un contest che ha come tema la Divina Commedia. Gli strafalcioni non sono mai mancati nel reality e anche stavolta un concorrente è caduto in una gaffe grossolana, relativa all'opera più importante della letteratura italiana. Trattasi di Rosalinda Cannavò, che ha fatto un po' di confusione sul Sommo Poeta Dante Alighieri.
La prova settimanale di Dante e Beatrice
Tommaso Zorzi e Dayane Mello, vincitori del concorso per la miglior poesia che si è svolto il giorno prima, si sono calati nei panni di Dante e Beatrice, con tanto di splendidi costumi medievali. La "coppia" ha letto il comunicato del GF: "Dante, Beatrice, il Grande Fratello mette subito alla prova voi e i vostri compagni. Dovrete formare due squadre: il team Dante e il team Beatrice. Avete un’ora di tempo per studiare la Divina Commedia. Il Grande Fratello vi interrogherà e il team vincitore riceverà un premio speciale!". I due gruppi si sono messi al lavoro, ma Adua Del Vesco è incappata nella gaffe.
Adua confonde l'Inferno con la Salve, o Regina
L'attrice (anche per un fraintendimento con Cecilia Capriotti) ha infatti scritto "Virgilio" alla voce "autore della Divina Commedia". Samantha De Grenet l'ha subito corretta ma la Cannavò ha rincarato la dose: "Allora Virgilio è il protagonista? Chi è Virgilio, scriviamolo bene sennò non capiamo". Insomma, a Rosalinda / Adua urge un ripasso generale del poema trecentesco: ricordiamo che la Commedia, suddivisa in tre Cantiche e strutturata in terzine di endecasillabi, racconta il percorso allegorico di Dante attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso. Virgilio, poeta del I secolo a.C. e autore dell'Eneide, è il personaggio che accompagna Dante per parte del viaggio. Da notare anche che, nel recitare il celebre incipit del poema, Rosalinda parte bene con "Nel mezzo del cammin di nostra vita", ma dopo le prime immortali strofe finisce, inspiegabilmente, per confondersi con la preghiera Salve, o Regina, aggiungendo un "Orsù dunque avvocata nostra" che il buon Alighieri non ha mai scritto.