Gelo tra Silvia Toffanin e Giuliana De Sio, la conduttrice: “Vuoi farmi tu l’intervista?”
Forse Silvia Toffanin ci penserà la prossima volta, prima di invitare Giuliana De Sio ospite di Verissimo. L'intervista all'attrice nel programma del sabato pomeriggio, a dire la verità, è stata tra le più interessanti e "vere" tra quelle che mai si siano viste nel programma. La De Sio, probabilmente ancora addolorata dalla scomparsa di sua madre avvenuta nelle ultime settimane, è parsa alquanto spigolosa nella prima parte dell'intervista rilasciata alla conduttrice. Frecciatine, attacchi velati e qualche frase detta fuori dai denti hanno fatto da sfondo alle prime domande, fino al punto in cui l'attrice confessa alla Toffanin di non amare le banalità, con la conduttrice che quasi si sente accusata e chiede: "Di cosa vogliamo parlare, vuoi condurre tu l'intervista?".
A questo punto la De Sio si scusa per lo stress di una conferenza mattutina ed è il punto di svolta dell'intervista, che pur rimanendo per tutta la sua durata in equilibrio precario, vede l'attrice molto franca e intima, che si lascia andare a confessioni molto intime relative al suo modo di essere, al dolore per il lutto recente e alla rivelazione di molti ricordi su sua madre. La Toffanin, dopo essersi messa sulla difensiva si scioglie, sta al gioco e risponde col sorriso ai piccoli attacchi dell'attrice, con il risultato di uno scontro che pare concludersi con un equo pareggio.
La morte della madre: "Me la porto dentro"
Il punto più intenso dell'intervista arriva proprio nel momento in cui si affronta l'argomento della morte di Elvira, la madre di Giuliana De Sio. Compaiono alcune foto della donna e lei si lascia andare a un commento accorato:
Guardate che bella la mia mamma. Mia mamma è morta da poche settimane e ora mi hai lasciato senza parole. Me la porto dentro, mi porto dentro bene e male, come sempre, perché il rapporto tra figli e genitori non è mai univoco. Il bene è la sua integrità, fino alla follia, cosa che mi ha portato a capire regole della buona educazione; ma anche l'anarchia. Mi ha dato un po' di bellezza, un po' perché lei era bellissima, mi ha dato amore e sono contenta di essere stata sua figlia, anche se mi ha fatto anche soffrire, perché era una persona dura.
Un rapporto, quello con la madre, che non è sempre stato tutto rose e fiori: "Io sono andata via di casa anche abbastanza presto, a 18 anni, non mi confidavo con lei perché tendeva a giudicare, però ci sentivamo ogni giorno al telefono. Mi manca molto, la morte di un genitore ti mette davanti alla morte stessa, all'assenza, percepisci un vuoto che sembra incolmabile. Lo sto affrontando anche adesso, che è la prima volta che ne parlo in pubblico". E naturalmente un gosso lutto non può che mettere chiunque dinanzi alle domande sull'esistenza di qualcosa che sia oltre noi:
Sfortunatamente io sono atea, però prima ne ero fiera, ora non ne sono più molto fiera. Essere credente mi farebbe sentire meglio. Non riuscirei a farlo ora, sarebbe come dire "perché non vai a dormire alle 9 di sera anziché alle 4 di mattina?".