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Gaffe di Valeria Fabrizi: “Sembro una neg*a”. La reazione di Francesca Fialdini

A Da noi… a ruota libera, all’attrice che interpreta Suor Costanza nella fiction “Che Dio ci aiuti” è sfuggito un termine offensivo: “In quella foto non sono bella, sembro una neg*a”. Un momento poco edificante cui la conduttrice Fialdini ha reagito con evidente imbarazzo ma senza redarguire la sua ospite.
A cura di Valeria Morini
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Gaffe imbarazzante della mitica Valeria Fabrizi, che è intervenuta come ospite domenica 28 marzo nel programma televisivo di Rai1 Da noi… a ruota libera. All'attrice che interpreta il ruolo dell'iconica Suor Costanza nella fiction “Che Dio ci aiuti” è sfuggito un termine offensivo, mentre raccontava la sua grande storia d'amore con il cantante Tata Giacobetti del Quartetto Cetra. Nel descrivere una foto d'epoca che la mostrava insieme al marito, ha commentato:

Lì non sono bellissima. Sembro una neg*a, una ragazza di colore.

La reazione di Francesca Fialdini

Evidente l'imbarazzo di Francesca Fialdini di fronte alla "parola con la n", che è giustamente considerata un tabù in televisione (pensiamo al caso di Fausto Leali, squalificato per il suo reiterato utilizzo dal GF Vip). Per giunta, l'attrice sembra aver indicato in modo dispregiativo le caratteristiche fisiche dell'etnia africana. Sicuramente si è trattato di un momento poco edificante per la tv pubblica, cui la conduttrice ha comunque reagito senza alcun vero rimprovero: "Sarebbe una bellissima versione di te". La questione si è chiusa lì, anche se la gaffe ha fatto immancabilmente parlare i social.

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Il caso del brano antirazzista di Tata Giacobetti

La foto in questione fu scattata negli anni giovanili della Fabrizi, che fu sposata a Giacobetti dal 1964 sino alla morte di lui, avvenuta nel 1988 a causa di un infarto miocardico. La coppia ebbe una figlia, Giorgia, e un bambino morto purtroppo pochi mesi dopo la nascita. Al netto dei giudizi sull'uscita oggettivamente infelice dell'interprete di Suor Costanza, c'è da ricordare un particolare interessante che probabilmente pochi ricordano: nel 1971, il Quartetto Cetra presentò il brano Angela, dedicato alla leader afroamericana dei diritti civili Angela Davis. Fu il primo brano nella storia a omaggiare la famosa rappresentante del Partito Comunista Usa e delle Pantere Nere, che all'epoca era sotto processo (e fu poi assolta). Peraltro, la canzone scritta da Tata Giacobetti ed Antonio Virgilio Savona costò una lettera di minacce contro il Quartetto Cetra, che da allora diradò l'impegno in tv. Il testo della lettera, inviata a Felice Chiusano, diceva: "Dica al suo collega Savona di non fare il gradasso sul palcoscenico e di lasciar perdere la politica, di cantare Nella vecchia fattoria e di smetterla di sfruculiare con Angela Davis e tutto il resto… queste sono cose delicate, mi sono spiegato?". Savona poi trasse ispirazione dall'episodio per il pezzo Sono cose delicate.

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