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“Furore” torna fedele all’originale e con troppi conduttori: basta l’effetto nostalgia?

Il programma musicale cult di Rai2 torna con un’edizione che celebra il ventennale riproponendo un modello quasi identico all’originale, con qualche concessione di troppo al trash contemporaneo e una scelta discutibile: tre conduttori (Alessandro Greco e la coppia Gigi e Ross) non sono troppi?
A cura di Valeria Morini
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La nostalgia sembra ormai essere una componente irrinunciabile del piccolo schermo. Negli ultimi tempi, la tv italiana sta vivendo il medesimo fenomeno che da qualche anno domina nel cinema di Hollywood e in parte nelle serie tv americane: che si tratti di mancanza di idee, poco coraggio di sperimentare o semplice esaurimento di generi e stili, la parola d'ordine è revival. E allora, andiamo a ripescare modelli degli anni 90, 80, o ancora più indietro, a suon di remake/reboot/rifacimenti forsennati. Lo stesso accade alla nostra televisione, che dopo aver ripescato nientemeno che Il Rischiatutto, continua a guardare al passato. Lo testimonia la scelta di Mediaset di giocare tutta la prossima stagione su Paolo Bonolis e i suoi vecchi successi (Ciao Darwin, Scherzi a parte, Il senso della vita, Chi ha incastrato Peter Pan) e, in casa Rai, la decisione di riproporre un cult anni 90 come Furore, in onda ogni venerdì su Rai2 con la conduzione di Alessandro Greco insieme a Gigi e Ross.

Furore 20 years: la formula si ripete dopo vent'anni

A questo proposito, è curioso come negli scorsi mesi abbiamo visto due programmi come Bring The Noise (su Italia 1) e Music Quiz (su Rai1) che a tutti gli effetti sembravano una versione aggiornata di Furore. Il pubblico, però, voleva l'originale. E l'originale è tornato a far capolino sullo schermo, fedelissima riproposizione dello show che andò in onda dal 1997 al 2001, e che già la seconda rete Rai ripropose brevemente nel 2003 e nel 2007. Stessa sigla e stessi giochi – Le canzoni interrotte, Il karaoke arcobaleno -, sfida vip maschi contro femmine (nella prima puntata Pamela Prati, Licia Colò, Tina Cipollari, Francesca Piccinini e Mariana Rodriguez contro Max Giusti, Simone Di Matteo, Francesco Arca, Fabio De Vivo e Mirco Bergamasco), caos e balli sfrenati, addirittura la presenza di due ospiti pescati direttamente dai decenni precedenti (Alexia e Sandy Marton): l'impressione è che questa riedizione dello show, non a caso intitolata Furore 20 years sia soprattutto una celebrazione di un passato luminoso in una Rai2 che pure ha dimostrato di essere la rete più interessante sperimentale del servizio pubblico. Ma basterà l'effetto nostalgia? Forse sì, a giudicare i commenti del pubblico sui social, che apprezza il ritorno del programma con il sapore di un viaggio indietro nel tempo. Eppure, ci si chiede se era proprio necessario cedere al trash contemporaneo, materializzatosi nella prima puntata negli inutili e poco divertenti stacchetti di una Tina Cipollari fintamente polemica e protagonista col solito tormentone "No Maria, io esco". E soprattutto, ci domandiamo perché affiancare al redivivo Alessandro Greco la coppia Gigi e Ross, con il risultato di avere l'inspiegabile e ridondante formula dei tre conduttori che si pestano i piedi l'un l'altro. Se proprio si vuole dare vita al revival, che lo si faccia fino in fondo.

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