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Fulvio Benelli si difende: “Licenziato in tronco per le parole di un truffatore”

Il giornalista accusato da “Striscia la notizia” di aver prodotto due finti servizi, ha deciso di difendersi. Tramite una breve nota ha espresso il suo rammarico: “Le parole di un truffatore sono state preferite alla mia professionalità”.
A cura di Daniela Seclì
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Nei giorni scorsi, "Striscia la Notizia" ha smascherato due finti servizi andati in onda nei programmi "Quinta Colonna" e "Dalla vostra parte". Nei video si vedeva lo stesso uomo impersonare prima un truffatore e poi un musulmano che appoggiava il massacro dei cristiani. L'autore di entrambe le interviste è Fulvio Benelli. Il giornalista, pochi minuti fa, ha diffuso una nota per dire la sua in proposito:

"All’attacco che ho subito senza alcun preavviso la sera del 12 maggio scorso con il servizio di “Striscia la notizia” sul “Rom polivalente” è seguito quello, ancor più inaspettato, del licenziamento in tronco avvenuto il giorno successivo non preceduto da alcuna contestazione. L’analisi dell’accaduto richiede sensibilità e conoscenze alle quali non ho mai dovuto dedicarmi nei vent’anni di professione giornalistica sin qui da tutti apprezzata e stimata, anche a livello internazionale. È comunque a tutti evidente che le parole di un abile ed esperto truffatore, reo confesso di reati ben documentati, sono state preferite alla mia professionalità senza alcun previo contraddittorio, esaltando il sensazionalismo spettacolare a scapito delle regole".

La solidarietà di Gad Lerner – In sua difesa è sceso in campo Gad Lerner. Il giornalista lo ha definito un capro espiatorio. Le sue parole sono state queste: "Poiché sono gli autori e i conduttori e i direttori di rete a spingere in questa squallida direzione gli inviati (precari) come Fulvio Benelli, a lui, licenziato ieri da Quinta Colonna, voglio esprimere solidarietà: avrà provato di persona cosa significa essere usati come capro espiatorio. P.S. Chiarisco il mio pensiero: chi oggi licenzia #FulvioBenelli ne conosceva benissimo e incoraggiava il metodo di lavoro nella pseudo-tv-verità".

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