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Francesco Totti: “Anche dopo il ritiro dal calcio, non ho un minuto di libertà”

L’eterno capitano della Roma ha aperto la nuova stagione di ‘Che tempo che fa’ di Fabio Fazio. Tra un aneddoto esilarante e la dedica di Antonello Venditti in diretta da Verona, l’ex calciatore ha ricordato con emozione il giorno dell’addio al gioco: “Finire la carriera a Roma era il mio sogno”.
A cura di Valeria Morini
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Seduto su un trono ("Ma una sedia normale, no?") e con le musiche de Il Gladiatore, Francesco Totti è il super ospite che apre la nuova stagione di Che tempo che fa. L'ex capitano della Roma ha esordito raccontando a Fabio Fazio com'è la sua nuova vita dopo il ritiro dal calcio. In realtà, per certi versi non è cambiata affatto:

Speravo che, una volta smettessi di giocare, sarebbe stato tutto in discesa. Invece no. Tra foto e autografi, non hai un minuto di libertà.

Francesco Totti sul giorno dell'addio

Il Pupone ha quindi ricordato proprio quel giorno, nel maggio 2017, in cui ha detto addio al calcio giocato: "Un giorno differente da tutti i 25 anni da calciatore. Era la fine di una carriera che avevo sempre voluto terminare a Roma, con un'unica maglia, era il mio sogno da quando ero bambino. C'è stato un periodo in cui ho pensato di andarmene al Real, ma il cuore e la testa hanno fatto sì che scegliessi la Roma per sempre. Sono un ragazzo fortunato da tutti i punti di vista, anche se non vinto tanto. La mia vittoria più grande è stata quella. Con Ilary, già un mese prima ne parlavamo di questo maledetto discorso. Volevo fare una cosa diversa, semplice. Volevo esternare tutto il mio amore".

Sulla moglie Ilary Blasi

Esilaranti gli aneddoti sviscerati da Totti nel corso dell'intervista, a partire proprio dalla moglie Ilary Blasi, sempre al suo fianco: "Una volta se la notte sentivo un rumore e temevo fosse un ladro, restavo fermo fingendo di essere morto. Ora, se suona l'allarme mando avanti Ilary, va lei a controllare! Per questo l'ho sposata". Poi, il ricordo di quanto era piccolo e giocava a calcio, ma curiosamente veniva scartato: "Non crescevo. Nessuno voleva giocare con me, perché ero troppo piccolo, esile. Mamma mi dava la pappa reale per crescere, uno schifo".

Un regalo speciale per Totti: la dedica in diretta di Venditti

Non meno divertente è il ricordo di una visita fatta ai detenuti in carcere: "C'era un ragazzo che gesticolava, spingeva, a tutti i costi ha voluto fare una foto con me. Poi ho scoperto che aveva finito i tre anni e sarebbe dovuto uscire una settimana prima. Aveva chiesto il permesso di stare in prigione una settimana in più". E ancora, il racconto di quando sfuggì a centinaia di tifosi un po' troppo invadenti:

Una settimana dopo lo scudetto, ero in un ristorante a Testaccio. La gente ha saputo che ero lì. L'unico modo per scappare è stato arrampicarci e fuggire dall'altra parte, mi sono buttato nel cortile di un convento di frati cappuccini. Un frate mi ha salvato e mi ha accompagnato fuori, ma ha voluto una foto con me.

L'ospitata si è conclusa con un collegamento live con il concerto all'arena di Verona di Antonello Venditti. Il cantante ha dedicato a un Totti stupito la sua "Giulio Cesare".

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