Francesco Giorgino spiega perché ha sempre una penna in mano quando conduce il Tg1
Francesco Giorgino ha rilasciato un'intervista a Tv, sorrisi e canzoni. Il giornalista è tra i volti più noti del Tg1 delle ore 20:00. Nel corso della chiacchierata, ha svelato una piccola curiosità. Gli spettatori più attenti avranno notato che Giorgino, mentre annuncia le notizie del giorno, ha sempre in mano una penna o dei fogli. C'è un motivo ben preciso.
Penne e fogli tra le mani per scaricare la tensione
Francesco Giorgino ha svelato che c'è un oggetto che ha sempre con sé quando conduce il Tg1. Il giornalista stringe una penna tra le dita. A volte anche dei fogli. Li trova utili per sciogliere la tensione della diretta ed evitare di gesticolare eccessivamente:
"Se c’è un elemento del corpo che ha bisogno di scaricare la tensione, sono le mani. Impugno sempre una penna oppure tengo dei fogli: è un modo per non eccedere nella gestualità. Un’altra cosa che mi contraddistingue e dire l’ora, i minuti e secondi alla fine del Tg. L’ho fatto un giorno perché mi piaceva sottolineare l’elemento della contemporaneità. Poi ho saputo che Papa Ratzinger aveva notato questa cosa perché in Germania, quando era ragazzo, i conduttori facevano così. A quel punto ho deciso che l’avrei fatto per sempre".
Un altro elemento che lo agevola durante la diretta, è il teller. Si tratta di un piccolo microfono che viene introdotto nell'orecchio e permette al giornalista di comunicare rapidamente e agevolmente con la regia: "Se salta un collegamento, te lo dicono attraverso questo auricolare. Un tempo c’era il telefono che suonava, rispondevi e stavi alcuni secondi in silenzio in diretta. Ora avviene tutto in tempo reale".
Quando Francesco Giorgino ha perso il controllo
Francesco Giorgino, infine, ha svelato le volte in cui ha fatto fatica a mantenere il controllo. Il giornalista ha ammesso di aver trovato difficoltà a contenersi e non scoppiare a ridere nel corso dei collegamenti con Fiorello. Il momento che, invece, lo ha addolorato di più è stato l'arrivo della salma di Maria Grazia Cutuli, giornalista assassinata in Afghanistan nel 2001:
"Ho pianto quando ho dovuto raccontare a braccio l’arrivo della salma della collega Maria Grazia Cutuli. Non la conoscevo, ma la sua storia mi colpì moltissimo. Ho fatto fatica a parlare. Mi sono immedesimato in lei, era giovane e voleva fare questo lavoro".